10 Novembre 2022
Mambo in festa per Roffi
Mambo in festa per le donazioni di Gian Paolo Roffi. Giovedì prossimo 17 novembre il Museo bolognese festeggerà il pittore bolognese e le due opere (Schizografia F e Schizografia S) da lui donate alla città di Bologna e che entrano così a far parte del patrimonio dell’Area Arte Moderna e Contemporanea del Settore Musei Civici Bologna.
L'appuntamento è a partire dalle ore 18 nella sala conferenze del museo dove, insieme all’artista, interverranno Lorenzo Balbi (direttore del MAMbo) e Pasquale Fameli (docente e ricercatore presso il Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna) e ci sarà la performance poetica Perverba dello stesso Roffi, con Mariagrazia Vincitorio (pianoforte) e Francesco De Martino (sax).
Nato a Bologna nel 1943, Roffi, negli anni ’70 ha scritto testi per spettacoli musicali ed è attivo nel campo della poesia sonora. Negli anni recenti ha fatto numerose donazioni a riprova del suo impegno civile: prima all’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna quando era presidente Simonetta Saliera, e più di recente alla Fondazione Lercaro, oltre che essere stato protagonista di iniziative sul territorio come “Cortile e Giardini in fiore in Cirenaica”, aver donato la sua collezione di presepi artistici al Comune di Monzuno che li espone in maniera permanente nella sede comunale dove è stata realizzata “La casa dei presepi. La collezione Roffi a Monzuno” e una via crucis alla comunità di Scola, ora esposta nella locale chiesa. Roffi ha anche realizzato la "Trilogia di cipressi", tre quadri dedicati al salvataggio dei cipressi di Montecalvo donati rispettivamente alla parrocchia di Montecalvo e al suo sacerdote don Lorenzo Lorenzoni, all'Associazione Sculca e al Resto del Carlino per l'impegno messo nel mettere in sicurezza i secolari filari di cipressi della chiesa di Pianoro.
Le opere donate da Gian Paolo Roffi al MAMbo sono due collage: in Schizografia F quattordici bande verticali intervallate dallo spazio bianco del foglio danno l’immagine dilatata di un fiore, tagliato da sei grandi “f” nere, mentre in Schizografia S cinque bande orizzontali presentano le dune di un deserto come righe di un testo, e le cinque “s” della sesta riga alludono alla forma delle stesse dune, al sibilo del vento, all’iniziale di sabbia, silenzio, serpente.