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30 Giugno 2022

Cento sfumature di yoga. La ricerca

Pluralisti. Capaci di adattarsi a esigenze di mercato senza perdere l’afflato culturale e spirituale. Ormai così radicati nelle nostre comunità da essere stato in grado di resistere pressoché indenni alla pandemia da Coronavirus, con annesso lockdown. Nel corso dei decenni sono cresciuti: l’obiettivo è il benessere psicofisico delle persone, gli aspetti esoterici sono sfumati sullo sfondo.  


In Emilia-Romanga ci sono 117 centri yoga, solo due in meno rispetto al 2019: il lookdown, il distanziamento sociale, le mascherine e la paura del contagio non hanno scalfito la solidità di un mondo importante per ampia parte della popolazione. Un mondo vasto e variegato che ormai fa parte della quotidianità delle nostre comunità. 

Il dato emerge da “Cento sfumature di yoga. Mappa della via Emilia”, volume autoprodotto dagli autori e frutta di una ricerca empirica realizzata grazie al lavoro di Pino Lucà Trombetta, docente universitario da sempre impegnati sul tema religioni/spiritualità.  

Nello specifico dei 117 centri yoga esistenti; 32 sono a Bologna (di cui alcuni anche fuori dal capoluogo: 2 a San Lazzaro di Savena, 2 a Castel Maggiore, 2 a Imola e gli altri a San Giovanni in Persiceto, Crevalcore e San Benedetto Val di Sambro), 5 a Piacenza, 9 a Parma, 11 a Reggio Emilia (di cui alcuni anche fuori dal capoluogo: Gattatico, Correggio e Castelbosco di Sotto), 21 a Modena (di cui alcuni anche fuori dal capoluogo: 3 a Sassuolo, 2 a Carpi, e gli altri a Formigine, Frassinoro, Novellara, Medolla, Castelnuovo Rangone, Mirandola e Serramazzoni), 5 a Ferrara, 16 a Ravenna (di cui anche fuori dal capoluogo: 2 a Faenza e uno a Cervia), 8 a Forlì-Cesena (3 a Forlì, 3 a Cesena e gli altri a Sarsina e San Mauro Pascoli) e 10 a Rimini (di cui anche fuori dal capoluogo: Cattolica, Riccione, Montescudo e Misano Adriatico). 

“Il nostro lavoro vuole essere un’agile guida introduttiva a un mondo yoga,”, spiegano gli autori per i quali “pur realizzato in maniera autonoma e in proprio ci piace pensare che questo il volume ponga in continuità con il lavoro che facemmo nel 2016-2020 in collaborazione con l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna quando, per precisa scelta e deciso impulso dell’allora Presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta Saliera, furono realizzate ricerche sulle religioni monoteiste raccolte poi in quattro volumi (“La prima mappatura dei centri islamici in Emilia-Romagna”, “I monoteismi in Emilia-Romagna. Ebraismo, Cristianesimo ortodosso e Islam”, “Cristianesimo in Emilia-Romagna. Protestanti e cattolici immigrati” e “Religioni orientali in Emilia-Romagna”)”. 

Ma si fa presto a dire yoga? Quello delle “forme fatto con il corpo”, della meditazione e della respirazione è un universo ricco e compositivo: c’è lo yoga posturale e quello meditativo, quello specifico per le donne nel periodo del ciclo mestruale e quello per raggiungere una buona sinergia con i propri figli, quello riservato ai chi ha più di 11 anni e quello specifico per le persone diversamente abili. 

“E’ chiaro come in un biennio come quello 2019-2021 in cui, causa pandemia COVID, i centri sono rimasti chiusi a lungo e poi riaperti con limitazioni. Ciò mostra la loro capacità di resilienza, trasferendo, ad esempio, le attività on line o, appena possibile, all’aperto. E anche l’interesse ormai stabilizzato per lo yoga nel pubblico”, spiega Pino Lucà Trombetta che ricorda come “ben 83 dei centri yoga hanno come orientamento il “benessere fisico e psicofisico delle persone, mentre solo 22 si pongono come risultato la “salvezza”, mentre i restanti 12 dei 117 centri esistenti lungo la via Emilia non hanno una finalità specifica e univoca”. 

Ricca anche la pluralità di scuole e di tradizioni praticate nei 117 centri: lo Yoga Hatha è prevalente in 55 centri e presente in altri 7, Ashtanga, Vinyasa, Power prevalente in 16 e presente in 21, l’Iyengar è prevalente in 11 centri e presente in altri 10, Anusara è prevalente in 4 e presente in un altro centro, il Kundalini-Tantra prevalente in 5 centri e presente in altri 3, Parinama è prevalente in 4 e presente in un altro centro, mentre Jatim viene svolto solo in due centri, mentre altri tipi di yoga come Mantra, ratna, sathyananda, Kirya, shakti vengono praticati in maniera prevalente in altri sette centri lungo la via Emilia.  

Passando dai numeri a un’analisi qualitativa si scopre che il “mondo yoga” è davvero composto da un ricco pluralismo: “E’ a metà fra imprese commerciali, che devono far quadrare i bilanci e – spiega Trombetta - realtà che offrono non solo servizi funzionali (ginnastica), ma valori, credenze, stili di vita. In quanto imprese che si rivolgono al mercato essi sono spinti a reinterpretare il “discorso” in modo da andare incontro ai bisogni dei potenziali clienti. Emblematico a questo riguardo è il sito di un negozio bolognese diviso in due parti: la prima – yogamaps – funge da hub dello yoga. Chiunque abbia qualcosa da proporre può registrarsi liberamente, senza costi e presentarsi con un breve video nel quale racconta di sé e delle sue proposte. L’altra propone manufatti “yogici” in vendita nel negozio e online: tute, cuscini o tappetini necessari alla pratica, ma anche oggetti ordinari: abbigliamento, soprammobili, prodotti per il corpo, profumi, oggetti di arredo, lampade. Tutti risignificati e resi appetibili per il fatto di collegarsi in qualche modo allo “yoga”: anche solo per una sfumatura di colore, una profumazione “orientale”, una forma “armoniosa”.  

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