24 Agosto 2020
Referendum 20-21 settembre 2020: le ragioni del NO
"L'Idea di Pianoro" REFERENDUM DI SETTEMBRE. Abbiamo chiesto un giudizio a Simonetta Saliera, già sindaco di Pianoro e presidente dell'Assemblea regionale: "Torniamo alla Costituzione. Il valore di una Costituzione e la sua efficacia li si misura nell'arco dei decenni. Da troppi anni la nostra Costituzione (che fu il frutto dell'incontro tra le culture democratiche laiche, cattoliche e marxiste, all'indomani dell'immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale) è sotto attacco, tenuta come un foglio sospeso sul bordo di un cestino.
La Costituzione va difesa perché ci tutela da ogni tentativo di involuzione autoritaria della nostra democrazia. "Mai più il potere a un uomo solo", ammoniva il Presidente dell'Assemblea costituente Umberto Terracini. Lo stesso Terracini che si batté con determinazione contro le forze della destra reazionaria che già nel 1948 chiedevano una riduzione dei senatori e dei deputati perché affermavano: "costano troppo". Ieri come oggi, nel referendum di fine settembre, si scontrano due visioni di società. Da un lato chi crede nella democrazia rappresentativa, in un sistema democratico di partiti che hanno il compito - come recita l'articolo 49 della Costituzione - “di concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Dall'altra chi vuole imporre al Paese (è già stato così, anche se con attori diversi, nei referendum del 2006 e del 2016) vie semplicistiche, di adesione acritica ai voleri di un "capo supremo", figura sempre presente nella storia italiana e che ora ha fatto anche il "salto di specie" diventando una piattaforma informatica di dubbia valenza democratica. A fronte di un risparmio irrisorio, calcolato in meno di un caffè all’anno per cittadino, il taglio indiscriminato dei parlamentari comporterebbe tre ferite alla nostra democrazia: con 150.000 cittadini per ogni deputato l’Italia diventerebbe lo Stato europeo con minore rappresentanza democratica, verrebbero cancellati partiti di dimensioni medio-piccole concentrando il potere in poche forze politiche che non rappresentano la maggioranza degli elettori, e, votando con una legge semimaggioritaria, una minoranza potrebbe conquistare un numero di seggi tale da cambiare la Costituzione. A riproporre il taglio della rappresentanza democratica è stato il Movimento 5Stelle che, pur cavalcando il comprensibile malcontento del corpo elettorale contro una politica affetta da una malattia autoimmune e che in generale ha dimostrato incompetenza diffusa e finanche ignoranza, una volta entrato nelle stanze dei bottoni ci si è trovato talmente bene da adeguarsi subito ai riti romani e, pur di far mantenere ai propri leader gli incarichi ricevuti, a stravolgere a suon di click agostani le proprie regole base come il vincolo del doppio mandato. Combattere la "mala politica" con l'antipolitica è ciò di più pericoloso che ci possa essere. La risposta allo sdegno etico di tanta parte della popolazione non sta in un demagogico taglio della rappresentanza parlamentare, ma nel ritorno alla Costituzione e alla sua attuazione. Ovvero a uscire dal tunnel imboccato negli anni '90 dell'illusione di una democrazia senza partiti. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: Parlamenti di nominati in base alla fedeltà al capotribù di turno, nomadismo tra vari partiti, tendenza a saltare da un incarico all'altro tra Comuni, Regioni e Parlamento per la propria carriera, senza portare a termine quello per il quale si era chiesto il voto e la fiducia ai cittadini. L'importante è salire sul primo treno che passa, basta che sia quello che ti assicura qualche anno in più di carriera politica. La risposta a questo desolante quadro è un ritorno a una democrazia che attraverso i partiti formi, selezioni, premi e sappia punire la propria classe dirigente. E' fondamentale una legge elettorale che permetta ai cittadini, attraverso le preferenze, di scegliere un Parlamento che sia rappresentativo dei territori e, soprattutto, di ogni ceto e censo sociale. Non dimentichiamoci mai che nella prima fase della Repubblica, i partiti di massa (Dc, Pci, Psi) elessero alla Camera e al Senato anche operai, contadini, insegnanti, artigiani e impiegati. Dando davvero voce a tutta l'Italia. E' questo ritorno alla lettera e allo spirito della Costituzione del 1948 la via di salvezza della nostra democrazia, e non una puerile rincorsa all'ultimo sussulto delle sirene della demagogia".