4 Aprile 2019
Pasqua in FID alla Dozza
Appuntamento pasquale per FID, “Fare Impresa in Dozza”. Venerdì 12 aprile prossimo Sua Eccellenza Monsignor Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, farà visita ai locali del Carcere di Bologna Dozza che ospitano la fabbrica dove lavorano alcuni dei detenuti della Casa circondariale bolognese che stanno seguendo un percorso di apprendistato e di lavoro.
L’Arcivescovo incontrerà alla Dozza i lavoratori dell’Impresa sociale FID, i rappresentanti delle Imprese del territorio che l’hanno realizzata (Maurizio Marchesini, Isabella Seràgnoli e Alberto Vacchi) e la Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Simonetta Saliera. L’idea di costruire un’azienda nel carcere della Dozza a Bologna, allo scopo di agevolare il reinserimento nella società civile di persone in condizioni di oggettivo svantaggio, applicando i princìpi di “solidarity sourcing”, muove i primi passi nel 2008. Oggi, a poco più di dieci anni di distanza, il progetto FID è un’esperienza unica in Italia che nasce dalla proficua collaborazione fra formazione professionale, mondo delle imprese e Istituzioni. La formula consiste nella creazione di una vera e propria impresa sociale all’interno della casa Circondariale di Bologna – a seguito di un percorso di formazione tecnica a cura della Fondazione Aldini Valeriani – nell'ambito della produzione delle aziende Marchesini Group, G.D e IMA e si propone di formare professionalità che potranno essere inserite sul mercato del lavoro, fornendo ai detenuti una opportunità di occupazione stabile e duratura, recuperabile nella vita successiva al compimento del periodo detentivo. FID funziona come una qualsiasi altra piccola impresa, con trattamenti occupazionali in linea con il contratto nazionale concordato con le organizzazioni sindacali del settore e il vantaggio di avere un mercato relativamente assicurato perché di fatto costituito dagli stessi committenti dell’operazione. Il processo formativo si avvale di un nutrito gruppo di tutor, persone che hanno lavorato una vita nelle aziende e che poi da pensionati hanno deciso di non lasciare “la fabbrica”, ma di mettere la propria esperienza a disposizione del prossimo, diventando “insegnanti”. I contenuti tecnici impartiti sono finalizzati all’acquisizione delle conoscenze ed abilità professionali necessarie per il montaggio e l’assemblaggio di pezzi meccanici e la costruzione di semplici componenti. Sono previsti anche contenuti in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro. La vera novità di FID sta nella formula individuata, che prevede un investimento sul capitale umano coinvolto, ritenuto capace di ribaltare le prassi già vissute di sfortunati esperimenti di recupero in contesti detentivi e dislocare a tal fine la prosecuzione del core business aziendale con un aggiunto valore etico. Una best practice che va ben oltre la filantropia. I “soci fondatori” Maurizio Marchesini, Isabella Seràgnoli e Alberto Vacchi, hanno voluto interpretare il loro ruolo in questa operazione, anteponendo alla forza dei brand che ciascuno di essi rappresenta le spiccate finalità sociali del progetto e il forte senso di responsabilità nei confronti del territorio su cui operano, auspicando che numerose altre aziende possano in futuro accrescere le fila dei sostenitori FID, come avvenuto di recente per IL Gruppo FAAC. Questa posizione è perfettamente in linea con le sollecitazioni del Vescovo di Bologna, che ha sempre auspicato politiche sociali virtuose e costruttive, voláno per altri illuminati imprenditori.