9 Agosto 2017
Il Museo delle Ogr trova casa in Assemblea legislativa regionale
La
memoria del lavoro trova casa nei locali dell’Assemblea legislativa
regionale dell’Emilia-Romagna.
Nel Parlamento di viale Aldo Moro, infatti, verranno trasferiti i reperti museali (tute, attrezzi, documenti, ecc…) attualmente conservati all’interno degli spazi ex Ogr di viale Casarini, area che Ferrovie dello Stato vuole liberare per bonificarla e riqualificarla dopo il trasferimento dei lavoratori in via Casarini.
L’accordo è il frutto del confronto tra le Ferrovie e la Presidente dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna Simonetta Saliera, i sindacati e Afeva, l’associazione che riunisce i famigliari dei morti sul lavoro e vittime dell’amianto (Andrea Caselli, Salvatore Fais).
“La storia della tragedia delle Ogr merita rispetto, memoria e impegno civile: abbiamo raccolto le ansie e le paure dei lavoratori e dei famigliari delle vittime e trovato tanto orecchie attente in Ferrovie (che hanno accettato di lasciare il materiale a Bologna, ndr) quanta comprensione nelle stesse associazioni (che hanno accettato il trasferimento in Regione all’insegna del “avremmo preferito reperti in area ex Ogr, ma meglio in Aldo Moro che a Napoli”, ndr) e vogliamo, insieme a tutti loro, valorizzare al meglio un pezzo di storia di Bologna, un modo per ricordarci sempre che bisogna lottare per un mondo del lavoro fatto di diritti, in primo luogo quello della sicurezza e della salute”, spiega Simonetta Saliera, Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Ma come si è arrivati a questo accordo? I fatti parlano chiaro: il 28 giugno rappresentanti sindacali, associazioni di cittadini e Afeva contattano Saliera dicendo che temono che il museo venga trasferito in un capannone di Napoli. Nei giorni precedenti avevano già contattato altre istituzioni spiegando il problema. Il 30 giugno Saliera li contatta e contatta pure le ferrovie che confermano la decisione di trasferire il museo a Napoli per liberare l’area di Bologna. Saliera fa presente la gravità del fatto (una questione di sensibilità verso le vittime, la necessità di non offendere la città e tenere una testimonianza della storia delle Ogr a Bologna).
Il 5 luglio Saliera scrive ufficialmente a Ferrovie e al sindaco di Bologna Virginio Merola ricordandogli che i cittadini lo avevano cercato e chiedengoli di attivarsi con gli strumenti in suo possesso (vincoli urbanistici) perché la storia delle Ogr non può andare via da Bologna.
Il giorno stesso (5 luglio) le ferrovie rispondono a Saliera: dicono che sospendono trasloco e si dicono disponibili a trovare soluzione perché museo resti a Bologna.
Iniziano incontri e trattative anche con Afeva, Cgil e famigliari: da parte della Presidente dell'Assemblea c'è una ferma volontà di trovare una soluzione, ma anche la certezza che non si vuole fare nulla che venga percepito come offesa alla memoria dei morti e dei lavoratori.
Dopo serrato confronto con Ferrovie si arriva, il 26 luglio a un incontro che porta a questa possibile soluzione: il museo ex Ogr verrà trasferito in viale Aldo Moro, in locali messi a disposizione dall’Assemblea, le Ferrovie si faranno carico di allestire i locali e spostare il materiale. "Si crea così - spiega Saliera - un presidio di memoria del lavoro, della salute sul lavoro che si incastona con spazi di pubblica utilità allestiti in Assemblea in questo mandato come il museo Alberto Manzi (materiale dello storico maestro del “Non è mai troppo tardi” dove oltre alle visite guidate si fanno lezioni a studenti delle scuole e delle scuole serali), il murales di Ilario Rossi dedicato alla Strage di Marzabotto e il museo del territorio (ovvero teche con minerali e reperti archeologici che raccontano la storia della terra e dell’uomo in Emilia-Romagna)". La proposta viene accettata anche da famigliari, Afeva e Cgil nell’ottica del “meglio qui che a Napoli”.