30 Marzo 2017
L'impegno del Governo per il Saharawi
ESTERI. SAHARAWI, ALFANO PROMETTE L'IMPEGNO DEL GOVERNO ALL'ONU "POSSIBILE FAVORIRE SOLUZIONE PER AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO" (DIRE) Bologna, 30 mar. - Il Governo italiano continuera' a sostenere l'autonomia del popolo Saharawi, anche davanti alle Nazioni Unite.
Lo assicura il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che ha risposto nei giorni scorsi alle sollecitazioni della presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, Simonetta Saliera. Nella sua lettera, Alfano sottolinea che per il 2016 il contributo dato dall'Italia ai progetti di cooperazione internazionale in favore del popolo Saharawi ammonta a circa un milione di euro. "Il Governo continuera' a impegnarsi attivamente, sul piano europeo e internazionale, nel sostenere la necessita' del dialogo diretto fra le parti- assicura il ministro degli Esteri- sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Siamo infatti convinti che solo in questo quadro si puo' definire una soluzione condivisa e duratura, che garantisca il diritto all'autodeterminazione del popolo Saharawi". Una risposta "molto positiva", commenta Omar Mih, rappresentante del Fronte Polisario in Italia, oggi in conferenza stampa nella sede della Regione Emilia-Romagna a Bologna. Il mese prossimo, sottolinea Mih, al Consiglio di sicurezza dell'Onu a New York si discuter della questione saharawi. "Speriamo che l'Italia dia il suo contributo e possa fare la differenza- afferma Mih- speriamo di poter vedere finalmente indicata una data per il referendum" sull'autonomia della regione dal Marocco. Oltretutto, ricorda ancora Mih, di recente l'Alta corte di giustizia europea si pronunciata in favore dell'autodeterminazione del popolo Saharawi. "Ora bisogna lavorarare perche' questa sentenza venga rispettata", afferma Mih. Ma non mancano le preoccupazioni. "Il Marocco continua a violare i diritti umani- sottolinea il rappresentante del Fronte Polisario- continuano le repressioni e viene ostacolato il dialogo: il negoziato interrotto dal 2012". Inoltre, aggiunge Mih, "sono stati violati anche gli accordi militari, aprendo una breccia verso il confine con la Mauritania".