23 Novembre 2016
Il ricordo della banalità del bene, domani celebriamo Riccardo Parisi
Una luce, una vita. Una luce, la storia di tante vite salvate a disprezzo dei rischi personali. Domani, alle ore 13,30 alla Certosa di Bologna, alla presenza di rappresentanti istituzionali dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna e del Consiglio comunale di Bologna, verrà riaccesa la lampada votiva della tomba di Riccardo Parisi, dipendente dello Stato italiano che, dall’interno della Questura di Bologna, negli anni dell’occupazione nazifascista si adoperò per salvare vite umane e documentare la “banalità del male” in camicia nera.
La decisione è stata assunta grazie alla collaborazione tra Assemblea legislativa regionale, Comune di Bologna e Istituto Parri che hanno sostenuto l’iniziativa di un gruppo di cittadini che, riunitisi intorno al professor Carlo D’Adamo, docente di scuola superiore, hanno deciso di raccontare e diffondere la storia di Riccardo Parisi. “Una storia per troppi anni dimenticata, ma che è uno spaccato di impegno civile e senso dello Stato e delle Istituzioni: per questo, come Assemblea legislativa, ringraziamo tutti i cittadini impegnati in questo importante evento e l’Istituto Parri che, all’interno della nostra collaborazione, ha deciso di accompagnarli”, spiega Simonetta Saliera, Presidente dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna. La vicenda di Parisi parla di atti di comune eroismo, gesti semplici che, però, in un’Italia occupata dai nazifascisti fecero la differenza tra la vita e la morte, tra la verità e l’oblio. Parisi, infatti, durante i mesi della Repubblica Sociale Italiana, salvò vite umane. Poi il riservo, una vita nell’ombra, discreta, senza attestati di eroismo. Una scelta da “servitore dello Stato”. Eppure la “banalità del bene” resiste all’usura del tempo e così, a 37 anni di distanza dalla morte un gruppo di cittadini ha così deciso di svelare e ricordare l’impegno di Riccardo Parisi con una breve cerimonia alla Certosa e l’impegno di curare la sua tomba e assicurare l’accensione della lampada votiva. “Dall’interno della Questura di Bologna Parisi operò per sostenere la Resistenza ed aiutare i perseguitati. Agì – spiega Luca Alessandrini, direttore dell’Istituto Parri – correndo grandi rischi e nel dopoguerra mantenne uno stile di grande discrezione, al punto che i più nulla hanno saputo di lui. Ora un gruppo di cittadini ha inteso pagare di tasca propria l’illuminazione della tomba di Riccardo Parisi, conferendo al gesto una valenza istituzionale, storica e simbolica. Si sono rivolti all’Istituto Parri che ha ritenuto opportuno concorrere a promuovere la conoscenza delle scelte e del valore di uomini come Riccardo Parisi”.