Interventi

18 Novembre 2011

“La cultura dell’urbanistica”

“La cultura dell’urbanistica”

Saluto al Convegno “La rivoluzione urbanistica nell’Italia post unitaria e la trasformazione delle città”  18 ottobre 2011

Saluto di Simonetta Saliera

Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

 

 

Buongiorno,

è con molto piacere che vi porto i saluti e l’augurio di buon lavoro da parte del Presidente della nostra Regione Vasco Errani. Piacere che mi deriva dal fatto dell’essere stata in questa sede anche nello scorso dicembre, quando il ciclo dei seminari organizzato dalla Prefettura di Bologna per la ricorrenza del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, ebbe inizio con le riflessioni sull’unificazione istituzionale e amministrativa dell’Italia.

Prendo spunto dalle considerazioni espresse nello stesso invito quando si riferisce a: “Storia di pietre ma non meno delle collettività che in quelle pietre incisero il senso stesso del loro vivere” per esprimere alcuni rapidi pensieri. L’uomo, come già ebbe a scrivere Hobbes, a differenza di tutti gli altri animali prevede la sua fame futura e perciò già a livello di istinto elementare si attiva per garantirsi la sua sicurezza. Lo fa attraverso l’esperienza che diventa scienza, attraverso la ricerca che diventa tecnica, attraverso lo stare insieme che diventa comunità, attraverso la convivenza che diventa cultura. Sostanzialmente, l’essere umano programma e progetta il proprio futuro. Penso che nell’urbanistica possiamo ritrovare tutte queste cose: cultura, socialità, ordine programmatorio, previsione dello sviluppo, sicurezza, progettualità. Pensiamo solo, per quella che dopo l’Unificazione italiana è diventata la Regione Emilia-Romagna, alla profetica visionarietà urbanistica di Ercole I d’Este a Ferrara o alla raccolta bellezza della Parma di Maria Luigia ed ancora all’accogliente funzione dei portici nella pontificia Bologna. E pensiamo, però, al fatto che nel 1859 esistevano in tutto il suo territorio soltanto 33 chilometri di ferrovia contro gli 800 del Piemonte, i 300 della Toscana e i 200 della Lombardia (come riporta il sindaco di Bologna professore Renato Zangheri nel volume Bologna. Storia delle città italiane). Da allora la Regione virtuale Emilia-Romagna è diventata una realtà istituzionale nel 1970 e da quel momento nella propria autonomia legislativa si è dotata anche di norme in materia urbanistica. Di cui voglio citare solo tre esempi emblematici.
Il primo: il “Progetto recupero” che attraverso diversi dispositivi di legge ha identificato i centri storici come zone omogenee di interesse culturale incentivando interventi di restauro architettonico e di riqualificazione urbana. Il secondo: il piano territoriale paesaggistico, che senza dubbio possiamo definire un esempio isolato di politiche di valorizzazione del paesaggio, ha introdotto il concetto dell’unità paesaggistica. Il terzo: la pianificazione come processo continuo che prevede il metodo della concertazione istituzionale e degli accordi territoriali, sancendo il principio che questa debba concorrere allo sviluppo anche attraverso lo strumento della perequazione fra i vari territori diversamente vocati. Mi complimento ancora una volta con il Prefetto di Bologna dottor Angelo Tranfaglia per la originalità e il livello culturale con cui si è voluto celebrare il 150esimo anniversario dell’Unità del nostro Paese.

Vi ringrazio per la vostra cortesia.

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