19 Settembre 2011
Feste patronali, un bene condiviso
Feste patronali, un bene condiviso
19 settembre 2011 – Il Resto del Carlino
Intervento di Simonetta Saliera
Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna
Concordo con quanti hanno denunciato come la proposta del governo di "normare per legge" la storia civile e religiosa del popolo italiano attraverso la soppressione e l'accorpamento di alcune festività come quelle patroni dei Comuni e, nella prima versione del decreto poi modificata dal Parlamento, lascia allibiti e denuncia la miseria ideale di chi l’ha proposta.
La vita sociale delle comunità civili si basa soprattutto su momenti condivisi in cui si sviluppano la storia, lo stare insieme nel dì di festa e l'identità collettiva di un popolo. Questo vale tanto per le festività religiose e patronali, tanto per quelle che, più che laiche, mi piace chiamare costituzionali perché festeggiano punti fermi dei valori della nostra Costituzione: il 25 aprile la libertà dall'oppressione, il Primo Maggio la dignità del lavoro, il 2 giugno la Repubblica democratica che ha affermato l'uguaglianza di tutti i cittadini in fatto di diritti e doveri. Hanno ragione, dunque, i tanti (sindaci, autorevoli ecclesiastici anche della Curia di Bologna), che hanno messo in guardia dal cancellare feste patronali e feste costituzionali, perché così, in nome di risibili e ridicoli risparmi e presunti aumenti produttivi, sì colpisce la nostra storia civile comunitaria.