Interventi

7 Settembre 2011

Le mosse giuste per modificare la manovra

Le mosse giuste per modificare la manovra

7 settembre 2011 – l'Informazione di Bologna

 

Intervento di Simonetta Saliera

 

Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

 

 

Falcidiano i bilanci degli enti locali, riducono il potere d’acquisto dei cittadini, non hanno nessuna idea di sviluppo o di politiche industriale che possano innescare elementi di ripresa economica e di consolidamento di quel po’ di mercato che la qualità delle nostre imprese riesce ancora a mantenere nel mondo.

Di converso lambiscono solo superficialmente i settori della speculazione finanziaria e non si tocca la rendita; non chiedono nessuna solidarietà sociale alla ricchezza del superfluo, ma la impongono solo ai dipendenti pubblici. La politica e le scelte economiche del governo hanno le sembianze di un serpente: cambiano la pelle, ma mantengono inalterata la propria mortale velenosità: a pagare saranno i soliti noti, quelli che stanno tra l’incudine e il martello. Regioni, Comuni e Province sono da tempo unite nel giudicare radialmente inaccettabile la manovra del Governo e la necessità di significative modifiche al suo impianto. La nostra unità dà voce alla comune e generale indignazione per l’ingiustizia provocata dalle sue ricadute sui ceti più colpiti dalla crisi economica e che, ancora una volta, sono costretti a risanare il devastato bilancio dello Stato. La manovra pesa per il 50% sui bilanci di Regioni ed Enti Locali: peccato che le autonomie locali producano solo il 5% del debito pubblico nazionale, mentre il restante 95% è frutto dell’attività del governo.
Si parla tanto di sprechi negli enti locali: i numeri raccontano un’altra storia: la quota di spesa di funzionamento delle Regioni è di 91 euro procapite (75 euro per la Regione Emilia-Romagna, una delle più basse in Italia), mentre quella dello Stato centrale è di 165 euro pro capite (dati elaborati dalla Regione Lombardia). Anche le notizie arrivate ieri dalle principale piazze d’affari europee e no ci dicono che la crisi è grave. Nessuno di noi lo ha mai negato, così come abbiamo sempre ribadito la necessità di interventi anche dolorosi. Ciò che però chiediamo è chiarezza giustizia e prospettive per il futuro. Bisogna cambiare: non possiamo chiedere a chi ha già dato.
E per questo la Conferenza delle Regioni ha presentato emendamenti alla manovra, tra i quali l’alleggerimento del 75% dei limiti del Patto di stabilità, l’incremento del fondo per il trasporto pubblico locale di 1 miliardo e 100 milioni dal 2012 come da accordo governo-regioni del 16 dicembre 2010; l’esclusione dei tagli dai fondi Fas (Fondi per le aree sottosviluppate), il rispetto del patto della salute e l’eliminazione del ticket da reperire con accise sul tabacco nonché all’anticipo del federalismo fiscale anche per le Regioni al 2012. Misure serie che vanno incontro ai bisogni delle persone, delle imprese e dei territori. Migliorare si può, nella chiarezza, nella sobrietà dell’impegno, nella concezione che lo Stato è di tutti e non crea discriminazioni fra i propri cittadini.

 

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