11 Agosto 2011
Intervista a Qn-Il Resto del Carlino dell'11 luglio 2011
Porretta Terme e Granaglione sono pronti alla fusione, ma lamentano il ritardo della Regione nel dare il via libera. Perché assessore?
“Oltre ai due Comuni, il progetto prevede il coinvolgimento di Castel di Casio, il cui consiglio per intero, maggioranza e opposizione, accetta l’unione, ma boccia per ora la fusione. Una forzatura in questo momento sarebbe controproducente, anche se l’obiettivo è giusto”.
Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore alle Finanze, alla Semplificazione e alla Trasparenza, segue con attenzione il processo di aggregazione de piccoli Comuni, rivendica il primato dell’Emilia-Romagna rispetto al resto d’Italia nell’aver favorito la “cura dimagrante” dei governi locali ma avverte che diete troppo rapide possono essere dannose.
Insomma, certe fusioni non s’hanno da fare…
“Ben vangano le fusioni, ma le difficoltà non arrivano dalla Giunta o meglio dal Consiglio regionale che deve ratificare decisioni altrui. Nascono nei territori stessi. Una fusione richiede uno studio di fattibilità e soprattutto il coinvolgimento di cittadini, associazioni, imprenditoria locali. Abitanti che rinunciano al proprio Comune devono convincersi che da una nuova amministrazione possono ottenere più servizi e di migliore qualità, se no, per fare in fretta, si creano sbarramenti insormontabili”.
Si riferisce ai referendum consultivi?
“Certo. Se il voto boccia una proposta di fusione, dopo è un’impresa convincere i territori della bontà di quella scelta”.
In Emilia-Romagna ci sono 243 unioni ma fusioni ancora zero…
“È solo questione di tempo. Per esempio i cinque Comuni della Val Samoggia (Monteveglio, Savigno, Castello di Serravalle, Bazzano, Crespellano), già parte di un’unione stanno lavorando per fondersi in un unico Comune. Entro la fine della legislatura la nuova amministrazione potrebbe vedere la luce”.
E altri che spingono in questa direzione?
“I Comuni di San Prospero, Medolla e Cavezzo, quelli di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nel ferrarese”.
È l’inizio di una nuova stagione virtuosa?
“Andiamoci piano; resistenze ce ne sono ancora non solo per le fusioni, ma anche per le unioni”.
Qualche esempio…
“La valle del Reno: in tema di deleghe di funzioni è ancora arretrata. E i costi per ogni singolo Comune sono sempre più alti. Certi piccolissimi Comuni nel Piacentino. Sono proprio le realtà sotto i 500 abitanti le più campanilistiche e resistenti ai cambiamenti”.
Chi invece merita il premio dell’aggregazione?
“I Comuni della bassa Romagna che hanno dato vita a un’Unione che conta quasi 100mila abitanti, una media città. Si sono dati l’obiettivo di risparmiare 3 milioni di euro entro la fine del 2016. Già ora ne hanno risparmiati quasi 700.000 euro, che investiranno in nuovi servizi per la popolazione o che andranno a compensare i mancati trasferimenti dallo Stato”.