Interventi

25 Gennaio 2011

In ricordo di Paola Manzini

In ricordo di Paola Manzini

 

25 gennaio 2011 – Cerimonia ufficiale in Regione

Intervento di Simonetta Saliera

Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

 

Sento il compito affidatomi oggi dal Presidente Errani carico di responsabilità. Ricordare Paola Manzini (nella foto sotto) insieme a persone che hanno avuto l’opportunità di condividere con lei momenti importanti di vita e di lavoro, insieme a molti colleghi e collaboratori che nella scorsa legislatura hanno vissuto con dolore e senso di impotenza la sua malattia, ricordarla a nome del nostro Presidente che di lei aveva profonda stima e a nome di una Istituzione che è stata davvero orgogliosa di Paola Manzini,  mi dice che le parole con cui oggi mi esprimerò sono particolarmente delicate e importanti. Non ho conosciuto bene Paola Manzini e non ho condiviso con lei esperienze politiche o da amministratore. 

Ma ho imparato a conoscerla attraverso i fatti, ovvero attraverso quanto costruito dall’Assessore Manzini per questa Regione, e negli anni precedenti, da quanto realizzato nell’ambito di incarichi ricoperti a livello nazionale. Ne ho colto personalità e spessore da chi di lei ha continuato a parlare. E, come donna -  sappiamo quanto le donne devono dimostrare per intraprendere percorsi simili al suo - ho provato ogni volta ammirazione e fierezza. Molte cose vere e importanti, in diverse occasioni, sono già state dette per ricordare l’esperienza politica e la personalità di Paola Manzini. Alcune credo che siano state capaci di cogliere davvero l’essenza di un’esperienza umana e politica come la sua e di emozionare chi con lei ha condiviso tanto e le ha voluto bene. Penso alle parole del Presidente Napolitano che nei giorni della sua scomparsa hanno descritto Paola a partire dallo “stile del suo impegno”, esempio di “dedizione sempre più rara”, e come “donna poco incline allo scoraggiamento e alla retorica”. O all’intervento di Luciano Violante – tenuto a Roma nell’ambito del Convegno dedicato all’attività parlamentare di Paola -  che ha sottolineato “la correttezza, la modernità e l’essenzialità del suo lavoro” e del suo approccio al lavoro. E che ha voluto ricordarci la sua “energia, spesso travolgente”. O, ancora, penso alle parole di chi ne ha colto l’”esperienza insieme normale e straordinaria”, come ha fatto l’amica Elena Montecchi. Di Paola Manzini mi sembra oggi quasi scontato ricordare l’impegno politico e la passione politica, il senso e il rispetto per le istituzioni che hanno contrassegnato il suo percorso, per molti versi esemplare, e che hanno contribuito a rafforzare la fiducia nella possibilità e insieme nella grande opportunità che abbiamo di lavorare, interpretando le esigenze che le persone esprimono per provare a migliorare la società in cui viviamo. Paola Manzini ha incarnato a tal punto questo approccio alla vita e alla politica che non ho bisogno di sottolinearlo. Ciò che preferisco ricordare sono invece alcune doti, non comuni, che sono state il presupposto di questa esperienza: l’acutezza - perché Paola Manzini è ricordata da tutti  come una persona straordinariamente acuta -  lo spessore morale, la profonda umanità e l’intensità del suo approccio alla vita. Caratteristica quest’ultima che ha segnato l’intero suo percorso umano e professionale e che ha affascinato tutti coloro che hanno avuto la fortuna di lavorare insieme a lei. Due altri aspetti mi sembra doveroso richiamare. Paola Manzini è stata una donna delle istituzioni, un deputato e più volte si è cimentata nella complessità del lavoro legislativo. Nella molteplice dimensione del suo impegno civile e politico, Paola Manzini si è dimostrata sempre capace di intuire e interpretare la necessità di rinnovamento e di viverlo come una grande opportunità, senza timori ma con grande senso di responsabilità. Il secondo aspetto è che è stata costantemente incline ad un’idea di politica aperta: in questo senso è stata una vera rappresentante dei bisogni delle persone, di tutti i cittadini – perché ha saputo ascoltarli -  e del suo territorio a cui è stata sempre profondamente legata. Inoltre credo giusto ricordare Paola Manzini anche attraverso le sue idee e la sua profonda convinzione della importanza  dell’educazione dei giovani e del sapere. Temi a lei  cari e su cui ha potuto dare un contributo da Assessore alla scuola, alla  formazione e al lavoro della Regione Emilia-Romagna.
A questo proposito leggendo alcuni documenti di Paola Manzini  - elaborati proprio in questa fase del suo percorso – ho trovato alcuni brani che mi hanno fatto pensare. Il primo è più generale e riguarda l’importanza che ha l’istruzione nella vita delle persone e pertanto la responsabilità  che ricade su chi ne definisce le politiche.
“I principi-guida della nostra Carta Costituzionale sono ispiratori di una scuola in grado di offrire a tutti pari opportunità” – scrive Paola Manzini. “Le nostre politiche - che hanno come presupposto la promozione dell’accesso alla conoscenza come bene pubblico – in primo luogo devono essere guidate da un imperativo: rimuovere le cause che fanno sì che il principio di uguaglianza sia violato, che l’esclusione dalle opportunità sia dettata da cause non pertinenti. Senza trascurare la qualità dell’insegnamento - al contrario, favorendo sempre più l’innalzamento del livello di istruzione e una diversificazione dell’offerta - occorre porre in essere ogni strategia per assicurare a tutti i ragazzi e le ragazze solide competenze di base, presupposto di un vita sociale e professionale consapevole, gratificante ed equa. L’inclusione paritaria al sapere non contrasta tuttavia con la volontà di riconoscere, premiare e valorizzare l’impegno e le vocazioni. Saper conciliare le pari opportunità di accesso e di successo e il merito credo sia l’obiettivo di una scuola responsabile e consapevole della funzione sociale che deve svolgere. Come conciliare, allora, uguaglianza di opportunità e premio al merito? Con la coerenza: con l’idea dell’eguale rispetto per chiunque, ovvero sullo sfondo di una pratica di eguaglianza garantita da un percorso e un processo educativo che non escluda nessuno”. E un’altra riflessione immediatamente successiva e dedicata al tema del sapere necessario che Paola Manzini ha definito come “quel sapere che è fondamento delle società consapevoli, giuste e coese, quel sapere che è diritto di cittadinanza, quel sapere che è conservazione e trasmissione della memoria, quel sapere che, frutto di continui ripensamenti, forza le frontiere di ciò che è noto, quel sapere “efficace” e indispensabile alla crescita e all’innovazione del nostro sistema economico- produttivo e quel sapere senza il quale è più difficile comprendere ed accogliere saperi altri. Sapere che sempre più coincide con la capacità di saper apprendere”. Parole, quasi imperativi, da cui emerge un’idea di società, di scuola e di equità in cui la nostra Regione continua a credere profondamente. E che avvalorano la scelta dell’Assessore Patrizio Bianchi di istituire borse di studio in memoria di Paola Manzini. In ultimo vorrei solo aggiungere, con grande affetto nei confronti della sua famiglia e in particolare della figlia Giulia, che sono onorata di essere stata incaricata di raccontare che cosa ha significato Paola Manzini per noi, per questo territorio e per questo Paese.

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