6 Dicembre 2010
"Serve un nuovo sviluppo"
“Serve un nuovo sviluppo”
Saluto alla Conferenza nazionale delle amministratrici
e degli amministratori del Partito Socialista
Rimini – Sabato 4 dicembre 2010
Intervento di Simonetta Saliera
Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna
Buon giorno a tutti voi,
è per me un piacere essere qui a rappresentare la Regione Emilia-Romagna in questa vostra importante conferenza nazionale che affronta tematiche di grandissima attualità.

Viviamo una fase politica complicata. Il gelido vento di tramontana della crisi internazionale ha travolto molti ripari costruiti nel tempo dal nostro Paese, ma non ha scomposto il nostro governo nazionale che ha negato la crisi fino a scivolare nel ridicolo. Mentre in tutta Europa si discute della sfida del mondo in piena trasformazione ed in particolare degli obiettivi fissati dal Parlamento Europeo per il
2020, in Italia, invece, non se ne parla. Anziché ricorrere a misure anticrisi drastiche, ma comunque in grado di rimettere in moto investimenti, sviluppo e lavoro, con un minimo di politica industriale, si è risposto con provvedimenti iniquamente draconiani che hanno ridotto gli enti locali quasi all’impotenza, rendendoli inermi di fronte alle richieste di aiuto sempre più urgenti, pressanti e spesso disperate dei propri cittadini. Con i tagli che tutti noi conosciamo a Regioni, Province e Comuni, si stano minando alla base gli istituti sociali che creano coesione sociale e senso di solidarietà nelle e fra le nostre comunità e più in generale nella collettività nazionale. Il risultato è che queste politiche creano disgregazione e giungono a mettere in discussione diritti fondamentali come è avvenuto a Pomigliano
più di recente alla Ducati di Bologna e chissà in quanti altri posti. Come se non bastasse, si sono colpiti gli enti territoriali che, nonostante la gravità della crisi, sono comunque rimasti enti virtuosi come dimostrano le cifre ufficiali della finanza pubblica: noi incidiamo nel rapporto deficit/Pil nel 2009 per lo 0,4% contro il 5,3% complessivo dello Stato e per quanto riguarda debito/Pil per il 7,3% contro il 118% del debito sovrano complessivo.

Questo significa incapacità di intervenire nei gangli vitali generatori di deficit e di debito e ci mette a rischio di una nuova manovra dolorosa per il rientro del debito e la permanenza in Europa. Come buon contributo alla vostra discussione sommariamente vi riporto le scelte selettive operate con la legge finanziaria regionale per il 2011 e la legge regionale sul patto di stabilità territoriale. Premetto che i tagli imposti dal governo che riguardano la nostra Regione ammontano a 346 milioni di euro nel 2010 e lieviteranno a 390 per il 2012. Nel formulare il nostro Bilancio per l’anno prossimo, abbiamo tenuto conto dei profili di contingenza economica e sociale creati dalla grave situazione di crisi quali:
- la perdita del potere d’acquisto dei salari, delle pensioni e degli stipendi delle famiglie;
- l’aumento della disoccupazione e della cassa integrazione (5,8% tasso di disoccupazione, 33.000 posti di lavoro perduti, 96.000 lavoratori in cassa integrazione e 21.000 richieste di mobilità);
- aumento della marginalità sociale;
- tenuta del tessuto produttivo;
Come Regione Emilia-Romagna abbiamo risposto indicando in queste priorità i temi su cui concentrare le risorse:
- mantenere invariata la pressione fiscale;
- conservare le risorse per i servizi sociali, in particolare il fondo per la non autosufficienza e un fondo straordinario per le famiglie;
- mantenere risorse per lo sviluppo economico: ricerca, innovazione, reti d’impresa, internazionalizzazione, Confidi, formazione;
- risorse per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali;
- mantenimento del trasporto pubblico locale;
- mantenimento delle quote di investimenti per le opere previste nel piano programmatico di legislatura;
Queste priorità sono state concordate con un patto sottoscritto da tutte le Associazioni delle Autonomie Locali (Anci-Uncem-Upi-Legautonomie). Per reperire le risorse necessarie a preservare i fondi per le nostre priorità, abbiamo tagliato su tutte le spese di funzionamento e gestione della macchina regionale e abbiamo ridotto le spese di gestione politica, le spese di indebitamento e utilizzato tutte le riserve disponibili. A legislazione invariata, come assessore al Bilancio, penso che il 2012 sarà un anno al limite dell’impossibile, in quanto alcune misure non potranno essere ripetute. Altro punto di forza del nostro impegno è la legge sul patto di stabilità regionale territoriale che definisce la Regione come unico interlocutore territoriale e governante nei confronti del Ministero dell’Economia. Ciò consentirà ai Comuni e alle Province dell’Emilia-Romagna una maggiore elasticità nell’applicazione delle regole del patto di stabilità nazionale consentendo di diminuire i residui passivi, velocizzando, quindi, i pagamenti dei fornitori e procedere alla realizzazione di progetti già finanziati. Per noi questa legge è un esempio concreto di concezione del federalismo: una scelta chiara, a differenza dei decreti legislativi fino ad ora approvati dal governo sulla base della legge delega 42 del 20009 che di federalismo non contengono nulla.