Interventi

1 Dicembre 2010

“Avanti con le Unioni, migliorano i servizi”

“Avanti con le Unioni, migliorano i servizi”

La vicepresidente della Regione, Simonetta Saliera, spinge le alleanze tra Comuni

 

30 novembre 2010 – Il Resto del Carlino


Intervista di Simonetta Saliera

Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

 

 

SÌ O NO alle Unioni di Comuni?

“Noi spingiamo in questa direzione. E non a caso abbiamo messo a disposizione risorse per chi si unisce. D’altra parte l’obiettivo è mantenere alto il livello di qualità dei servizi ai cittadini, affrontando così il calo di risorse”. Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione e assessore al Bilancio in viale Aldo Moro, fa il punto sui municipi che decidono di allearsi mettendo appunto in comune una serie di attività.

Saliera, insomma visto che le tasse locali non si possono aumentare, che il patto di stabilità imbriglia i bilanci, che non si assumono dipendenti, è meglio cercare altre strade per risparmiare?

Si uniscono funzioni come le entrate, l’ufficio tributi, la polizia municipale, il personale, il trasporto scolastico, la pianificazione urbanistica, e così via. Tutte attività di back office. Gli sportelli dedicati al pubblico restano dove sono sempre stati”.

Tradotto: così per la popolazione non cambia nulla.

Ripeto, tutto è teso a migliorare i servizi per persone e imprese. E i soldi che mettiamo a disposizione servono per favorire questi processi”.

Esempi?
“Nel 2010, come Regione, avevamo stanziato 4,7 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti 2,3 milioni dallo Stato. Ce ne erano 592mila euro per l’aggiornamento tecnologico degli uffici, con ricadute positive per tutti”.

Nel 2011?

Aumentano: 5 per i servizi e 2 per le tecnologie”.

Le Unioni sono criticate. Per alcuni si toglie potere ai consigli, dato che le decisioni più importanti vengono prese fuori dai comuni, per altri si aumenta la burocrazia, per altri i costi invece che calare aumentano, perché c’è esigenza di  personale.

Il Consiglio comunale resta il luogo dell’ascolto, coi consiglieri che devono portare all’attenzione del sindaco problemi ed esigenze dei cittadini. Certo, poi ci può essere un confronto nell’Unione, ma il tema è uno: i tempi, quanto  si impiega per risolvere una questione. E’ questo fondamentale”.

E i costi?

“I benefici delle Unioni non si vedono dalla sera alla mattina. Il personale va formato ad hoc, va messa a punto una riorganizzazione, ci sono tecnologie da aggiornare. In più aumenta la capacità progettuale”.

Si spieghi.

Uniti si ragiona su scala più vasta, si presentano proposte per finanziamenti che abbracciano territorio più ampi, un maggior numero di cittadini, con azioni che hanno  un respiro diverso”.

Il passo successivo all'Unione è la fusione. In provincia c’è chi ci sta pensando. Un esempio è la Valsamoggia.
Siamo
su un altro piano. Ritengo che la fusione debba nascere sulla spinta della comunità e non solo dei sindaci e dei consigli, usando pure lo strumento del referendum. Guardiamo con favore a questi processi e li sosteniamo. Per la Valsamoggia, ad esempio, finanziamo studi di fattibilità messi in campo per studiare la possibile fusione”.

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