Interventi

21 Ottobre 2010

Il federalismo tradito

Il federalismo tradito

 

21 ottobre 2010 – Convegno Cisl su federalismo fisco

Intervento di Simonetta Saliera

Vicepresidente della Regione Emilia Romagna

 

 

Buongiorno a tutti voi,

 

vi porto il saluto del Presidente Errani che come vi ha già comunicato è dispiaciuto di non poter essere presente ai vostri lavori.

Prima di affrontare il tema oggetto della discussione di questa mattina, desidero esprimere la piena solidarietà alla vostra confederazione ed al suo segretario Bonanni per i recenti episodi di aggressione.

Così come desidero esprimere la decisa e convinta condanna di tutti coloro che hanno usato violenza contro le sedi della vostra organizzazione.

 

Personalmente ritengo un grande valore l’unità sindacale, ma ritengo indegno del concetto di civiltà e del principio di democrazia la manifestazione violenta del proprio dissenso seppur radicale.

 

Sul tema oggetto dell’incontro di oggi, invece, reputo importante che le organizzazioni sindacali mettano al centro delle loro piattaforme sindacali non solo la rivendicazione di una politica fiscale che riduca le tasse sul lavoro, ma anche il tema di come contrastare l’enormità dell’evasione fiscale presente nel nostro Paese. È vero che di deve fare molto di più, ma non tutte le forze chiamate in campo per la lotta all’evasione fiscale hanno le stesse responsabilità e le stesse sensibilità. A mio parere non aiuta certo la diffusione della legalità e della coesione sociale, il reiterato utilizzo dei vari condoni (edilizi, contributivi, tributari e fiscali) di un passato non troppo lontano. Anche la Regione e la collaborazione fra i diversi enti (ad esempio Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Inps) è indispensabile. Anche la Regione ha sottoscritto la convenzione con la Agenzia delle Entrate e vi porto i numeri relativi agli ultimi anni:

 

2007: costi per 3 milioni di euro che hanno prodotto maggiori per 6,5 milioni di euro.

 

2008: costi per 3,5 milioni di euro che hanno prodotto maggiori entrate per 9,3 milioni di euro.

 

2009: costi per 3,7 milioni di euro che hanno prodotto maggiori per 11,4 milioni di euro.

 

Abbiamo inoltre un accordo con la Guardia di Finanza per verificare la correttezza dei requisiti delle imprese beneficiarie di fondi comunitari al fine di evitare truffe o utilizzi impropri dei fondi in questione, così come è in discussione all’Assemblea legislativa una proposta di legge per intensificare i controlli nei cantieri edili al fine di combattere l’evasione contributiva, e negli scorsi anni è stata potenziata la diffusione delle reti telematiche per permettere anche ai piccoli Comuni di utilizzare le nuove tecnologie per contrastare meglio l’evasione fiscale. Il federalismo fiscale accresce la responsabilità dei governi locali nei confronti delle proprie comunità? Nelle intenzioni del legislatore nella legge quadro 2009 condivisa con le Regioni, la risposta è certamente sì in quanto l’avvicinarsi sempre più alla fonte (il cittadino) il controllo di come sono usate le tasse destinate al benessere comune, comporta diretta responsabilità degli Amministratori  verifica quasi immediata fra impegni assunti e la loro attuazione. E questo è un bene, perché rafforza la democrazia attraverso il controllo sociale di base e fa esprimere giudizi a prescindere dall’appartenenza. Come dite voi nel vostro documento: può anche indurre effetti positivi sul contrasto all’evasione fiscal, in quanto il rendersi conto del corretto modo di affrontare i problemi della comunità e del trasparente uso dei denari comuni per risolverli, può indurre a comportamenti più consapevoli e solidali. In una parola a comportamenti virtuosi, di fronte all’evidenza di costi-benefici. Ma rivolgo io la domanda che spero induca una riflessione collettiva. I principi della legge 42 si stanno realizzando attraverso i decreti attuativi? Mi pare che non sia così perché si tratta di provvedimenti parziali e settoriali che interpretano in modo minimalista il federalismo fiscale. Non c’è nessuna definizione che aiuti a capire come si possa andare al superamento della spesa storica per individuare e determinare i costi per le Regioni e i fabbisogni standard per i Comuni. Questi sarebbero uno dei pilastri fondanti del federalismo fiscale che ha l’obiettivo di avviare un percorso di efficienza nell’erogazione dei servizi con un equivalente recupero sugli sprechi. Mancando elementi fondamentali delle riforma come la definizione di livelli essenziali (perequazione, patto di convergenza, consapevolezza degli obiettivi di servizio) e i numeri certi sull’impatto del federalismo fiscale. Inoltre si rinvia a successive norme non previste dalla legge delega questi elementi fondamentali del federalismo.
Concludo riportando alcuni dati comparati tra Stato e sistema degli enti locali: tra il 2007 e il 2008 il rapporto fra deficit e Pil è passato dall’1,5% al 5,3%: negli enti locali è rimasto stabile allo 0,1%,mentre a livello di amministrazioni centrali è passato dal 2,1 % al ,8%. Stessa tendenza per il rapporto tra debito e Pil che è passato dal 103,5% al 115,8% a livello nazionale mentre gli enti locali passati dal 3,6% al 3,8%. Nello stesso periodo il grado di autonomia impositiva è crollato dal 33% al 25%. Nonostante questi dati, la manovra estiva del 2010 ha scaricato sugli enti territoriali una quota sproporzionata del riequilibrio del deficit pubblico aggravando a livelli non sostenibili le loro difficoltà, in quanto chiamati a fare i conti con il taglio dei trasferimenti, il blocco dell’autonomia impositiva e l’enorme crescita della richieste di aiuto dovuta alla conseguente disoccupazione.
Il taglio dei trasferimenti per gli enti locali (per le Regioni 4 miliardi nel 2011 e 5,5 miliardi per il 2012) equivale per la Regione Emilia-Romagna a 340 milioni per il 2011 vanificando la prevista fiscalizzazione dei trasferimenti dallo Stato prevista dalla legge 42. L’attuazione del federalismo fiscale in queste condizioni e senza una riforma del sistema fiscale generale, evidenzia preoccupanti limiti e contraddizioni e purtroppo fa apparire la realizzazione del federalismo una dichiarazione di intenti priva di reali contenuti. Mi auguro che il governo ascolti e recepisca le idee correttive che sono sottoposte alla Comune valutazione nella Conferenza Stato-Regione e nella conferenza unificata.
Vi ringrazio per l’attenzione.

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