1 Ottobre 2010
"Giustizia più snella, giustizia più giusta"
"Giutizia più snella, giustizia più giusta"
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Intervento di Simonetta Saliera
Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna
Signori partecipanti, signori relatori, ringrazio tutti voi per la presenza e il contributo che darete a questo importante appuntamento, che segna il traguardo del percorso che
La nostra Regione è, infatti, impegnata per la diffusione della mediazione extragiudiziale, vista come cultura della ragionevolezza e dell’equilibrio, come promozione del dialogo e della ricerca di soluzioni amichevoli ogniqualvolta ci si trovi al centro di un conflitto di natura civile o commerciale.
È uno strumento attraverso il quale si afferma il diritto del ricorrente evitando il percorso della giustizia ordinaria, ottenendo il duplice obiettivo di accelerare i tempi di risoluzione e di decongestionare i tribunali.
Proprio in quest’ottica è nato e si è rafforzato il progetto europeo ADRplus, un’iniziativa cofinanziata dalla Commissione Europea e che ha coinvolto tre soggetti: la nostra Regione, la provincia di Barcellona (Diputació de Barcelona) e l’Associazione Infodroits della regione francese de l’Aquitaine.
Il convegno di studi odierno sancisce il raggiungimento della prima tappa del nostro lavoro che servirà da trampolino di lancio per nuovi e ancora più proficui risultati.
Il progetto europeo ADRplus ha iniziato a dare sostanza alle nostre intenzioni e molte sono le cose che strada facendo abbiamo imparato. Molto utile è il rapporto sulla “Fenomenologia della litigiosità”, uno spaccato del rapporto tra emiliano-romagnoli e giustizia amministrativa i cui risultati devono far riflettere.
A colpire sono soprattutto tre dati:
- il 50% di chi intenta cause, pur ritenendo di essere nel giusto, poi le abbandona per una farraginosa lunghezza dei procedimenti e per gli esagerati costi di una giustizia troppo lenta;
- la maggior parte di queste persone sono ad alto tasso di scolarizzazione, ma con redditi medi, mentre a ricorrere maggiormente alle aule di giustizia sono i redditi alti e quelli bassi. I primi, probabilmente giustificati dalla posta in palio delle loro cause, i secondi perché vedono nel ricorso alla giustizia una “forma di riconoscimento sociale”. Persone a cui si addice il detto “c’è ancora un giudice a Berlino”.
- il 55% degli emiliano-romagnoli dichiara una scarsa conoscenza di strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie.
Proprio a partire dalla ricostruzione di questo quadro si è deciso di intervenire con azioni ed iniziative di promozione tese a diffondere la conoscenza dello strumento della mediazione tra i cittadini e le imprese.
Abbiamo iniziato realizzando due giornate formative dedicate ai giovani in particolare delle facoltà di giurisprudenza ed economia, in collaborazione con l’Università e con
Abbiamo continuato con sessioni rivolte ai dipendenti pubblici e sottoscritto un protocollo d’intesa con il Corecom e l’Agenzia regionale Intercent-Er che ha determinato fra le altre cose l’inserimento di clausole conciliative nelle convenzioni per l’acquisto di beni e servizi.
Al tempo stesso abbiamo iniziato a realizzare strumenti per la comunicazione: sito web, spot televisivi, brochure informative, manifesti, trasmissioni radiofoniche. Infine un DVDkit da distribuire agli enti locali.
Fin dall’inizio siamo stati consapevoli che un tale cambiamento culturale nei confronti della “categoria giustizia” avrebbe richiesto la messa in campo di molte forze, molti soggetti diversi che si muovono attorno al tema della mediazione dei conflitti: istituzioni, associazioni di categoria, enti locali, professionisti, mondo dell’Università, associazioni di cittadini e consumatori.
In questa cornice
In sintesi lo scopo è semplificare la vita di cittadini e imprese, pur in presenza di conflitti.
In questo senso stiamo lavorando alla costituzione dello “sportello dei diritti”, che ha come obbiettivo:
- semplificare i rapporti con le pubbliche amministrazioni, con il sistema della giustizia, con i grandi soggetti economici, in particolare con quelli che erogano servizi “essenziali”;
- ridurre il ricorso alla giustizia ordinaria, promuovendo e orientando, laddove possibile, il cittadino verso il ricorso a strumenti alternativi di risoluzione delle controversie;
- facilitare l’accesso a percorsi conciliativi, con importanti risparmi di tempo e denaro.
Oggi siamo lieti di ospitare questo convegno internazionale che mette a confronto esperienze, legislazioni e buone pratiche di tre territori europei, e che rafforza quella cultura della mediazione che l’Europa sostiene e che noi auspichiamo si diffonda e si affermi in modo deciso anche nel nostro Paese.
Buon lavoro a tutti