2 Ottobre 2018
Perchè siamo al fianco del popolo kurdo
2 ottobre 2018 – Saluto di Simonetta Saliera Presidente dell’Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna Buongiorno, vi ringrazio per essere qui, per aver accettato l’invito dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna a riflettere su un tema complicato, ma importante per la pace in una parte nevralgica del mondo e per l’affermazione dei diritti del popolo kurdo.
Fin dalla prima guerra del golfo del 1991, gli italiani sono abituati a sentir parlare dei kurdi. Sempre e comunque associati a una situazione di guerra e di sopraffazione. Il popolo kurdo è stato vittima della disastrosa e squilibrata decolonizzazione successiva alla fine della Prima Guerra Mondiale e il conseguente smembramento dell’Impero Ottomano. Le modalità con cui le potenze europee gestirono il post impero hanno creato quel clima di ingiustizia che oggi è indispensabile prendere in considerazione con uno sguardo più consapevole. Il Kurdistan, Stato non voluto, è diviso in quattro parti all’interno dei territori di Turchia, Iran, Iraq e Siria a seguito del Trattato di Losanna del 1923, che tracciò confini con linee geometriche che prescindevano dalle popolazioni che vivevano in quei territori. Questo riguardò soprattutto le genti di origine kurda. A partire da quella data ogni governo, nel colpevole silenzio della comunità internazionale, ha cercato di annientare il popolo Kurdo sia fisicamente che culturalmente. La politica è stata quella di cambiare la composizione del Paese attraverso una vera e propria forma di sostituzione etnica, deportando i kurdi fuori dal Kurdistan e insediando la propria popolazione nei medesimi luoghi. Quello kurdo è il popolo senza terra e senza Stato più numeroso del pianeta. La maggior parte di loro è concentrata nel territorio della Turchia orientale. Essi combattono da sempre per il riconoscimento del loro diritto di autodeterminazione. E’ una storia tragica che interroga le nostre coscienze perché impregnata di violazioni della Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu. L’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna vuole impegnarsi per portare la propria voce per tentare di squarciare il velo di silenzio internazionale attorno all’incredibile e insostenibile situazione del Kurdistan. Alla luce anche di una risoluzione, approvata lo scorso 14 marzo 2018, a sostegno dei diritti del popolo kurdo, abbiamo sentito il dovere istituzionale di promuovere la giornata odierna come un approfondimento sui temi del rapporto tra il popolo kurdo, la sua terra, ed in particolare quella della Turchia, Stato che da tempo chiede di aderire all’Unione europea. Lo stiamo facendo in collaborazione con l’Istituto internazionale di cultura kurdo e le Comunità kurde in Italia, disponibilità per cui li ringrazio. Una impegno comune che ha come obiettivo quello di conoscere meglio le diverse condizioni del popolo kurdo e meglio lavorare per quegli obiettivi di pace e di riconoscimento dei diritti universali a cui tutti i popoli democratici si sentono legati. Per passare dalle buone intenzioni ai fatti abbiamo chiesto all’Istituto internazionale di storia kurda di fornirci alcuni elementi storici-culturali di base riportati nella pubblicazione che è a vostra disposizione. Archeologia, storia, lingua, religione, rapporto uomo-donna e concezione dello Stato e dell’autonomia e loro evoluzioni nel tempo sono gli elementi base per la fondamentale diffusione della conoscenza del popolo kurdo. E’ un monito per ricordarci che la qualità della nostra società e dei rapporti internazionali è dettata anche dal riconoscimento dell’universalità dei diritti civili e umani che mai deve cadere nell’oblio. E’ per questo che chiediamo al governo italiano di uscire dall’ombra dell’indifferenza e di ascoltare la voce del popolo kurdo oggetto di genocidio fisico, culturale, morale e dei propri diritti civili e politici. Per concludere vorrei ricordare la poesia di Sherko Bekas esprime liricamente la loro condizione disperata: “Nel mio Paese il giornale nasce muto e la radio nasce sorda nel mio Paese la televisione nasce cieca e se tenti di risanare il giornale e la radio e la televisione ti tagliano la lingua e ti ammazzano ti rendono sordo e ti ammazzano ti accecano e ti ammazzano nel mio Paese”. Grazie per l’attenzione. Buon lavoro.