Interventi

17 Aprile 2018

Il valore della cooperazione

18 aprile 2018 – Convegno in occasione del 50° anniversario della fondazione di Confcooperative Emilia-Romagna Intervento di Simonetta Saliera Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Buongiorno, rivolgo a tutti il saluto dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna e vi ringrazio per aver scelto la Regione come luogo per festeggiare il vostro 50° anniversario.

È la conferma del legame con questa terra, con questa regione in cui il movimento cooperativo, nelle sue varie forme associative e di diversa origine, è uno dei pilastri della nostra capacità di tenere insieme sviluppo e coesione sociale. Oggi è un giorno di festa: ricordiamo tutti coloro che (in primo luogo il compianto senatore Giovanni Bersani) nella storia del novecento hanno lottato per costruire un mondo migliore, dove non ci fosse lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, ma la consapevolezza che lo sviluppo e la ricchezza sono solo mezzi per costruire una società basata sulla libertà, la democrazia e la giustizia sociale. Un mondo che mette al centro la dignità e i valori della persona umana, come fecero i 28 probi pionieri di Rochdale che nel 1844 fondarono nel cuore dell’Inghilterra industriali la prima vera cooperativa nel mondo attiva nel commercio di generi alimentari. Il secolo breve del ‘900 è stato la ricerca di questo obiettivo: - c’è stato chi lo ha perseguito, come voi, nel nome della dottrina sociale della Chiesa con i 39 probi pionieri dell’Emilia-Romagna; - c’è stato chi ha lottato per il sol dell’avvenire in nome di valori del socialismo; - c’è stato chi ha combattuto perché nel XX secolo si affermassero davvero quei principi umanitari del pensiero mazziniano predicati dalle Società di Mutuo Soccorso a cavallo tra il crepuscolo dell’800 e l’alba del ‘900 Sono state queste tre culture, spesso conflittuali e in competizione tra loro per effetto della Guerra Fredda, ad aver contribuito (nella politica, nel sindacato, nel movimento cooperativo) a trasformare l’Emilia-Romagna da una terra povera e sfruttata ad una fra le zone più ricche e con minori diseguaglianze sociali dell’intera Unione europea. Sono stati questi valori, come ricordava ormai trent’anni fa l’allora sindaco di Bologna Renato Zangheri, a permettere ai figli e alle figlie delle mondine di Molinella di andare all’università. Capitò tutto in poco più di una generazione: uomini e donne che facevano fatica a mettere insieme il desinare del pranzo con quello della cena poterono far studiare i propri figli e assicurare loro un avvenire migliore. Lasciati alle spalle gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, in Emilia-Romagna l’ascensore sociale ha funzionato. Si è concretizzato quell’articolo della Costituzione della Repubblica italiana che ci ricorda come tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge e come sia compito dello Stato rimuovere ostacoli e ingiustizie che impediscono la reale applicazione di questi valori. Quest’anno festeggiamo il 70° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione italiana. La nostra Carta fondamentale parla profusamente dell’importanza e del ruolo che la Repubblica assegna all’impresa cooperativa. L’articolo 45 della Costituzione, il cui ispiratore fu Giuseppe Bellotti, costituente eletto nelle fila della Dc e che fu a lungo vicepresidente di Confcooperative, ci ricorda come “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità”. In questi primi 70 anni di vita repubblicana la cooperazione ha contribuito all’evoluzione sociale del nostro Paese. Oggi viviamo un’epoca fortemente segnata da una crisi che nata dal fallimento della speculazione finanziaria e dalle conseguenze della globalizzazione, si sta trasformando in crisi sociale e culturale. Per ora la ripresa economica riguarda aziende e settori tecnologicamente avanzati rivolti soprattutto all’export e di limitato impatto sociale nazionale. In questo contesto la Regione Emilia-Romagna si è fortemente impegnata con il “Patto sul lavoro” per una politica di internazionalizzazione, di formazione e di consolidamento dello Stato sociale. Un ruolo fondamentale lo ha il movimento cooperativo a cui spetta il compito di recuperare i valori e le prassi che lo hanno originato. È indispensabile una collaborazione fra Istituzioni e cooperative per combattere il degenerato fenomeno delle cosiddette “cooperative spurie” o più propriamente fittizie che possono essere generate da fenomeni mafiosi o di speculazione. L’Assemblea legislativa è molto sensibile su questo argomento ed ha istituito una commissione speciale, di ricerca e di studio, sul tema di queste cosiddette cooperative al fine di conoscerne la genesi, la diffusione e l’articolazione. L’impegno è di individuare possibili strumenti da utilizzare per impedirne lo sviluppo e l’attività finanche alla loro esistenza. Solo dal recupero dei veri valori morali e solidaristici e dalla consapevolezza del proprio ruolo potrà consolidarsi quel legame che tiene unita la nostra società e farla ritornare a quei livelli di qualità della vita che per decenni han fatto del nostro modello di sviluppo un punto fermo della lotta per un mondo più giusto.

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