15 Dicembre 2016
Per conoscersi meglio 15 dicembre 2016 – Presentazione della prima mappatura dei luoghi di culto islamici in Emilia-Romagna Intervento di Simonetta Saliera Presidente Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna Buongiorno a tutti, l’Assemblea legislativa ha accolto con piacere l’invito “dell’Osservatorio sul Pluralismo religioso” e della “Comunità Islamica di Bologna” per presentare pubblicamente la ricerca sulla consistenza dei luoghi di culto islamici in Emilia-Romagna.
Abbiamo favorevolmente concesso il patrocinio gratuito dell’Assemblea regionale anche perché nella stessa Assemblea più volte è stata espressa la richiesta di un approfondimento sull’argomento. Ringrazio calorosamente Monsignor Zuppi per la Sua disponibilità a portare il proprio saluto e citando la sua recente intervista “per dare continuità non solo cerimoniale, al dialogo con l’Islam”. Così come ringrazio l’Assessore del Comune di Bologna che ha messo a nostra disposizione la mostra fotografica realizzata insieme alla Comunità Islamica di Bologna ed esposta qui a fianco nell’atrio. I dati che oggi verranno presentati dal professor Ferrari e dal professor Lucà Trombetta sono una base per la riflessione a disposizione di tutta la nostra comunità (Istituzioni, amministratori pubblici, forze politiche, parti sociali, mondo della cultura e dell’associazionismo, rappresentanti delle confessioni religiose) per ragionare su cosa ci serve per dare piena attuazione ai valori della Costituzione repubblicana dove si parla esplicitamente di uguaglianza di tutti i cittadini, di libertà di culto e di uguali diritti e doveri. Tenendo ben presente che ogni cittadino straniero deve essere consapevole di dover rispettare le leggi del Paese ospitante. Si tratta di ribadire i valori dello Stato laico. Laicità che non nega il contributo dei principi che le singole fedi religiose possono portare alla convivenza pubblica, negazione che, invece, potrebbe indurre allo sradicamento dell’identità e quindi contribuire ad attività intolleranti fino al fanatismo e al terrorismo. E se nella storia delle religioni vi sono state e vi sono intolleranza, violenza e guerre ciò non è dovuto alle religioni, ma ai limiti culturali con cui esse sono vissute e si sviluppano nel tempo. Come sostiene Enzo Bianchi, Priore di Bose, nella sua pubblicazione “L’altro siamo noi”. Il vero senso religioso, sottolinea, genera nel credente la consapevolezza che la fede in Dio non può che promuovere tra gli uomini relazioni di universale fraternità. E’ per superare questi limiti culturali che va perseguito con tenacia il dialogo. E non dobbiamo dimenticare che tra Cristianesimo e Islam il confronto è particolarmente complesso, carico di 1.400 anni di storia in cui si sono conosciuti periodi di violenza e di guerre, ma anche stagioni di convivenza pacifica, di tolleranza, di fecondo intreccio delle rispettive conoscenze filosofiche e scientifiche. Nei nostri giorni, in cui viviamo logiche di fanatismo e di tragedie terroristiche, il dialogo deve continuare ad essere un’occasione offerta per edificare una società contrassegnata dal rispetto dei diritti umani e dalla volontà di pace. E’ con il dialogo e non con il muro contro muro che ciò si può ottenere. Un percorso non semplice per il quale occorrono la conoscenza reciproca, l’assunzione delle rispettive responsabilità e soprattutto la trasparenza e il rispetto: elementi fondamentali per contribuire a rimuovere gli ostacoli e le paure che ancora impediscono una civile convivenza tra persone di fedi diverse. Compito delle Istituzioni è quello di operare per contribuire alla edificazione di una società dove ogni persona ha ben chiaro che la convivenza è riconoscere agli altri lo stesso valore che vorremmo fosse riconosciuto a noi stessi. L’obiettivo per il quale come Assemblea legislativa regionale abbiamo patrocinato e organizzato la giornata odierna è quello di favorire la conoscenza della mappatura dei luoghi di culto islamici in quanto ne è un primo tassello indispensabile. Devono essere conosciuti il più possibile, così come una chiesa cattolica o una sinagoga o qualsiasi altro luogo di culto. Perché quando una realtà la si conosce si possono superare molte diffidenze. Da questa prima mappatura emerge che la maggior parte dei centri si trova a Bologna, con una diffusione tutto sommato equa nel resto dell'Emilia Romagna. Non dobbiamo stupirci perché le prime migrazioni degli anni '80, infatti, sono avvenute in particolare laddove c'era un'attrazione industriale o una forte presenza di lavoro. E Bologna è una di queste zone. Ci sono ormai intere generazioni di ragazzi nati e cresciuti in Italia che senza rinunciare alle loro radici, desiderano non vivere in una comunità rinchiusa in se stessa ed impermeabile a valori diversi. E’ un dibattito che deve essere svolto in piena libertà e la società deve aiutarlo ad andare nella giusta direzione: quella della dialettica, del confronto, dello sviluppo delle relazioni e del rispetto reciproco. Spero che, grazie al contributo di tutti, il convegno odierno rappresenti un passo in questa direzione. Grazie per l’attenzione e buon lavoro.