21 Settembre 2016
No alla violenza, no al femminicidio
21 settembre 2016 Saluto a Conferenza regionale donne Intervento di saluto di Simonetta Saliera Presidente dell’Assemblea legislativa regionale (Messaggio inviato alla Presidente della Commissione Pari Opportunità Roberta Mori) Buongiorno, ringrazio voi tutte per aver accettato l’invito ad essere qui oggi per affrontare uno dei temi cardine della nostra società: l’uguaglianza e la parità di diritti di genere.
Ovvero gli antidoti alla violenza e alla cultura che la genera e la giustifica. La Presidente della Commissione Roberta Mori e l’Assessore Petitti vi illustreranno nei particolari cosa sta facendo la Regione sul delicato tema della prevenzione e del contrasto alle violenze ai danni delle donne come previsto dal Piano regionale approvato dall’Assemblea nel maggio scorso. L’Assemblea, sul delicato tema della formazione culturale, non mancherà anche quest’anno, come in passato, di celebrare con impegno il 25 novembre, Giornata contro la violenza alle donne. La violenza sulle donne è, infatti, il più odioso dei crimini. Lo è perché colpisce profondamente la dignità della donna, nella maggior parte dei casi avviene fra le mura domestiche ed è inflitto da persone che si conoscono. È un crimine ignobile perché perpetua antichi pregiudizi e vecchi luoghi comuni ed è una fondamentale violazione dei diritti umani. Per questo è molto importante non abbassare la guardia, continuare le battaglie di cultura e di civiltà e sostenere con tutti i mezzi chi ha il coraggio di chiedere giustizia per un atto così inumano e doloroso. La nostra Costituzione dice chiaramente che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli per garantire pari diritti e pari opportunità a tutte le cittadine e a tutti i cittadini. Si badi bene: i Padri e le Madri Costituenti non si limitarono ad introdurre il concetto di pari opportunità, dissero chiaramente che tutti avevano pari diritti e lo Stato, con la propria politica e le proprie leggi, avrebbe dovuto intervenire attivamente per rimuovere ogni ostacolo sociale, culturale, sessuale, religioso ed economico che impedisse il suo realizzarsi. La legge regionale n° 6 del 2014 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere” e il piano regionale contro la violenza di genere si muovono in questo solco del dettato costituzionale. Oggi ci sono fenomeni che vanno oltre alle tradizionali forme di violenza come intimidazione, violenza fisica, schiavitù, stupro, femminicidio, ma siamo in presenza, addirittura dell’enormità che lo stesso atto di amore consensuale può diventare assurda violenza attraverso i nuovi strumenti di comunicazione, la cosiddetta rete. Tanto da divenire strumento di volgare diffamazione e offesa alla propria intimità. Talvolta siamo di fronte a nuove forme di femminicidio, provocate dalla violazione del diritto alla riservatezza e da una vergogna insostenibile che inducono al suicidio. Per questo è importante continuare la battaglia culturale aprendola a nuovi orizzonti della tutela della dignità umana. Il coinvolgimento di tutte le elette, contestuale a quello di formatori, operatori sociali, comunicatori, apparati giudicanti è fondamentale per dare contenuti innovativi nell’attuazione del piano regionale attraverso il bando che, tutte insieme, andremo a definire. Grazie per l'attenzione e buon lavoro.