25 Novembre 2015
La Giornata contro la violenza alle donne
25 novembre 2015 – Convegno della Regione Emilia-Romagna Saluto di Simonetta Saliera Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Buongiorno a tutti, è con grande piacere che rivolgo a tutte a tutti voi il saluto dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna. Riflessione silenziosa. E’ una giornata importante: il legislatore nazionale ha voluto introdurre in Italia questo significativo appuntamento perché intendeva squarciare il velo dell’ipocrisia che (troppo spesso) avvolge la violenza contro le donne nel nostro Paese e nel mondo. E’ un fatto importante riconoscere quanto le donne premano per la loro libertà, allargando, così, i limiti alla libertà di tutti. Facciamo pressione nella parte ricca del mondo, così come fanno pressione le donne più misere, oppresse, sfruttate nella parte povera del pianeta. Tutto il movimento delle donne combatte nelle diverse civiltà, religioni e Paesi. La società globalizzata, infatti, è tuttora molto maschile e fatica ad accettare di fare i conti con la richiesta di libertà dell’altro sesso. Quell’altra parte da sé che abbiamo anche in casa nostra, rappresentata dal volto di donne immigrate. Nei loro occhi cogliamo l’ansia di libertà, la paura di non farcela, l’essere preda di inganni, di brutalità e ricatti, meschinità e riduzione in schiavitù. Nel mondo per le donne fra i 14 e i 44 anni la violenza è la prima causa di morte ed invalidità. Più del cancro, della malaria, degli incidenti stradali. Questi dati provengono da ricerche condotte dal Parros Istitute di Londra e dall’Università di Harvard, essi concordano sul fatto che sia un fenomeno endemico nei Paesi sviluppati come in quelli in via di sviluppo che non conosce differenza culturali e sociali. Ho riportato sommariamente queste cifre per definire una realtà che dovrebbe indurre pensieri profondi nelle stesse coscienze maschili ed aprire una riflessione sul modo parziale, miope ed ingiusto di vedere il mondo. La violenza contro le donne è il più odioso dei crimini perché colpisce l’aspetto fondamentale della dignità della donna. La maggior parte dei casi, come sappiamo, avviene fra le mura domestiche ed è inflitta da persone che si conoscono, di cui si ha fiducia, ciò lo rende ancora più abominevole perché provoca l’annullamento della personalità della donna. È un crimine vergognoso perché perpetua antichi pregiudizi e vecchi luoghi comuni che aggiungono offesa ad offesa. Per questo è fondamentale tenere alta la guardia per rafforzare le battaglie di cultura e di civiltà di tutta la società e sostenere con tutti i mezzi le donne che hanno il coraggio di chiedere giustizia per crimini così inumani e dolorosi. L’Emilia-Romagna (come spiegheranno con più dettagli ed argomenti nei loro interventi la Presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Roberta Mori e nelle conclusioni dell’Assessore alle Pari Opportunità Emma Petitti), ha da decenni preso coscienza dell’importanza di politiche non solo di contrasto, ma prima di tutto di prevenzione e di formazione. Prevenire vuol dire formare: formare le giovani generazioni sul delicato tema dei diritti, coinvolgendo gli uomini a prendere coscienza, che in primo luogo significa rispetto della loro personalità. D’altra parte è fondamentale, la battaglia per non temere il comune pregiudizio per il quale la vittima si vergogna di quanto le è successo e spesso finisce per non denunciare il crimine subito e il suo autore. E’ un salto culturale che in parte le donne hanno già compiuto, molto spesso aiutate dalle Associazioni contro la violenza alle donne, ma che non si è ancora completamente affermato nella nostra spigolosa e contradditoria società. Mi viene in mente quando il famoso regista Cesare Zavattini affermava che vorremmo vivere in un “Paese dove buongiorno voglia dire buongiorno”, e dove il rispetto delle persone parte da come le si osservano e dal peso che si attribuisce a quello che si dice. In questo senso il programma dell’Associazione progetto Alice è un’ottima iniziativa per sensibilizzare i giovani e le giovani degli istituti scolastici regionali sul tema della violenza maschile sulle donne. Nella giornata dello scorso 8 marzo al Liceo Minghetti ho molto apprezzato i due video: “Questo non è amore. E’ possesso” e “Mi guardo senza il vostro sguardo” che mi ha ricordato Zavattini. E con il ricordo di queste immagini vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro buon lavoro.