Interventi

18 Novembre 2015

Il diritto alla vita

Il diritto alla vita 18 novembre 2015 – Cordoglio in Assemblea legislativa dopo gli attentanti di Parigi del 14-15 novembre Intervento di Simonetta Saliera Presidente dell’Assemblea legislativa regionale Signore e Signori consiglieri, Signor Presidente e rappresentanti della giunta regionale, siamo qui oggi per esprimere tutto il nostro sgomento ed il profondo dolore provocato dai barbarici atti di guerra terroristici di Parigi (privi di alito umano) che hanno provocato la morte di 129 persone e altre centinaia di feriti. Per loro, per la stessa violenza che ha compiuto la strage al mercato di Beirut e abbattuto un aereo turistico russo in transito nei cieli del Sinai, Vi chiedo un minuto di silenzioso raccoglimento. A loro (vittime innocenti di una guerra non dichiarata), va il nostro cordoglio e la nostra pietà alle loro famiglie, ovunque esse siano, va il nostro pensiero ed il nostro sostegno morale e civile.

Alla nostra Italia, a tutta l’Europa deve essere chiara la piena volontà di non cedere alla minaccia del terrorismo ed alla semplificazione della paura. Questa è l’ora della fermezza e della civiltà. E’ il momento in cui assicurare il massimo sostegno alle forze dell’ordine e alla forze dell’intelligence cui va il nostro apprezzamento e ringraziamento per l’opera di assicurare ad ogni cittadino il diretto alla sicurezza e alla libertà. Sicurezza e libertà. Non si può rinunciare alla seconda in nome della prima. Sarebbe esattamente quello che i terroristi e gli ideologi della loro guerra, vorrebbero: mettere nuovo carburante in quella macchina della paura che dal 2001 produce tensioni, nuove violenze, nuovi morti, nuove limitazioni dei nostri diritti. Servono interventi diplomatici anche duri verso i Paesi conniventi. La garanzia della libertà deve essere assicurata perché solo così potremo dire di non aver ceduto alla violenza. Siamo in presenza di eventi che mai abbiamo conosciuto nella nostra vita. Un movimento, (con cellule in tutti i continenti) assassino e criminale che vuole radicalizzarsi per divenire Stato. Un movimento che vuole spargere paura in tutto il mondo civilizzato ed attraverso la paura, rendere insicuri i luoghi del mondo. Vuole sgretolare la faticosa conquista di anni di convivenza civile, la solidarietà fra le persone e le genti dei popoli che condividono le gioie ed i dolori della nostra madre terra. Ha una radicalità fondamentalista che si proclama religiosa, ma in realtà tende ad incrinare ed a far sanguinare l’anima di ogni proprio credente, ad attunderla, lasciandola senza respiro e senza parole. Non dobbiamo dimenticare o fingere di non sapere che l’Isis si sta facendo Stato e non è più solo un movimento ribelle. Uno scenario a cui non possiamo arrenderci. Un “cupio dissolvi” di quanto abbiamo conquistato in generazioni di lotte e avanzamento democratico, che non può essere cancellato dalla mano assassino di chi ha smarrito la via della civiltà, della umanità e della religione che predica la pace. Bisogna essere forti. Applicare con rigore e decisione le leggi e le misure di prevenzione e repressione. Discrimine fra la disumanità criminale da coloro che da quella ferocia vogliono sfuggire. Nello stesso tempo dobbiamo accrescere il livello culturale dei nuovi cittadini immigrati per diffondere una maggiore conoscenza della follia stragista di chi usa una concezione fanatica della propria religione, rappresentata da una distorsione e dell’opportunistica interpretazione delle parole del Corano. Lo ha detto bene Papa Francesco: “le religioni, per chi crede e chi non crede, sono messaggi di amore e di uguaglianza universale. Nel nome di Dio si predica la pace e mai mai mai la guerra. Chi dice e predica il contrario commette un crimine non solo verso l’umanità ma anche verso il proprio Dio”. A noi donne e uomini delle Istituzioni spetta un compito difficile quanto irrinunciabile: non cedere mai alla paura, lottare ogni giorno, ogni ora del nostro mandato per affermare i valori della Costituzione. Dopo i recenti attacchi della guerra terroristica di Parigi, del Sinai, di Beirut è necessario rafforzare sempre di più l’Europa, nello sviluppo della sua unità politica fondata sui principi della libertà, della democrazia e del rispetto dei diritti fondamentali delle persone. Per concludere vorrei ricordare a tutti (senza demagogia né confusione fra religioni e laicismi) che finché il gatto di casa nostra ha più coccole e mangia di più e meglio di tanti bambini del terzo mondo, sarà difficile vivere sereni ed in pace. Vi ringrazio

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