Interventi

4 Luglio 2015

Il diritto a un lavoro sicuro

4 luglio 2015 – Modena, inaugurazione Monumento caduti sul lavoro Intervento di Simonetta Saliera Presidente Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna Buongiorno, ringrazio per l’invito che gli organizzatori della giornata odierna hanno rivolto all’Assemblea legislativa regionale per partecipare a questa giornata di grande rilevanza per il mondo del lavoro e per la coesione sociale di cui è espressione. Si nasce in un mondo che esiste già.

Da genitori che vivevano prima di noi. Prendiamo atto di ciò che c’è, fatto spesso di mezze verità e di mezze bugie. Per questo il dono di un monumento all’intera comunità provinciale e, mi permetto di aggiungere, alle coscienze dell’intera regione, vuol dire mettere un punto fermo sulla necessità di ricordare oggi ed in futuro, uno degli aspetti meno onorevoli e più faticosamente presenti nella narrazione dei rapporti produttivi nell’ambito del mondo del lavoro. Questo monumento ricorda che negli opifici, nei cantieri, nei campi, negli uffici si poteva morire o rimanere inabili permanenti e ciò succede purtroppo ancora oggi. Mi auguro che le nuove generazioni, le associazioni, i sindacati, la cultura medica continuino a tenere vivo il ricordo di ciò che è successo e ad agire in modo che non si dimentichi mai il grave problema della sicurezza e della salute con ricadute pesanti sulla vita dei singoli e delle loro famiglie. Penso, ad esempio, a quanto avvenuto nelle Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato. Penso a quante battaglie sindacali incentrate sulla salute, con scontri anche di alto livello culturale e scientifico, siano servite per domare un’azienda di Stato che negava persino l’evidenza di quanto succedeva tutti i giorni nelle proprie fabbriche. Ci sono voluti anni per fare accettare che le tanti morti di vecchi operai o di giovani pensionati fossero dovute all’amianto. L’Italia, purtroppo, ha una lunga storia negativa degli incidenti sul lavoro. Viviamo in una nazione dove il profitto e la miseria hanno spinto intere generazioni di persone a rimanere vittime o colpevoli di quelle che ipocritamente si chiamano morti bianche. E’ una storia lunga, che non risparmia nessuno. I fattori sono chiari: la fame di profitto, la sottocultura di una nazione diventata troppo tardi Stato di diritto, e che anche quando lo divenne è stata retta da Governi e da un’imprenditoria per molti decenni insensibili al tema del lavoro. E ancora oggi si fatica. Ci si scontra con luoghi comuni e vecchie rendite di posizione. Lo spettro del profitto facile è sempre lì. E trova alimento in un foraggio che va troppo di moda: l’aver dimenticato che lavoro non è solo giusto salario, ma prima di tutto dignità della persona. E la prima forma di dignità umana è garantire la sicurezza dove si lavora perché una cosa la storia ci insegna: sicurezza e qualità del lavoro non sono mai in contrasto con il successo delle imprese. Fin dalla sua nascita la Regione Emilia-Romagna ha promosso politiche e scelte legislative tendenti ad aumentare la sicurezza sui posti di lavoro, a incentivare iniziative e formazione sul tema in collaborazione con le parti sociali, imprenditoriali e sindacali, ed acquisendo il valore scientifico della ricerca medica. Scorrendo le statistiche, i numeri parlano chiaro: da un lato a seguito di queste politiche pubbliche, dall’altro a causa della crisi economica che ha colpito soprattutto l’edilizia, da sempre uno dei settori più esposti al rischio incidenti sul lavoro, il numero degli infortuni si è drasticamente ridotto. Infatti, in Emilia-Romagna, dal 2003 al 2013, ultimo anno di cui si hanno dati statistici completi, è confermato l’andamento in riduzione degli infortuni; gli eventi denunciati sono scesi da 146.897 del 2003 ai 94.710 del 2013. Nello stesso periodo anche gli eventi mortali hanno fatto registrare una significativa riduzione passando da 142 a 65, e l’invalidità permanente è passata da 1.362 casi del 2003 a poco meno di 800 nel 2013. Una continua discesa negli anni, tranne che nel 2012, anno del terremoto, con l’evento sismico a cui sono addebitabili ben 18 dei 97 infortuni mortali che sono avvenuti a causa dei crolli di edifici produttivi. Questi numeri indicano l’impegno e la maggior sensibilità che man mano si è affermata nella stessa società. In particolare si sono articolati i controlli in base al rischio di infortunio e non genericamente: nel 2013 si sono controllate il 10% delle aziende rispetto alla media nazionale del 6,7%. In un quinto delle aziende controllate si sono riscontrate irregolarità che nel 98% dei casi sono state rimosse. Questa giornata e questo monumento ci inducono a rendere pressante l’iniziativa di tutti per promuovere e difendere il rispetto delle regole, la salubrità, le condizioni di lavoro e la vita del lavoratore. Senza mai abbassare la guardia e tenendo sempre alta l’attenzione.

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