Interventi

2 Gennaio 2015

Intervista a Repubblica del 2 gennaio 2015

Intervista a Simonetta Saliera - La Saliera all'attacco sui congressi del Pd "Basta con gli accordi presi sottobanco, ma io non mi candido" - Congresso Pd, Saliera all' attacco: "Basta accordi sottobanco"
 
«IL Pd ha bisogno di una discussione aperta. Non pensiamo di risolvere il tema dei congressi, quello provinciale e quello regionale, con un accordo su nomi ecognomi che non si sa bene cosa rappresentino se non la loro ambizione personale». La neoeletta presidente del consiglio regionale Simonetta Saliera, cuperliana doc al fianco della Cgil nella guerra contro il Jobs Act, apre la stagione congressuale dem stop-pando gli "accordi sottobanco" tra le correnti chepuntano ad esempio a portare Francesco Critelli alla guida del Pd provinciale, con l'accordo di SinistraDem erenziani. Dopo l'esordio in assemblea regionale con un discorso molto duro contro i «mastini da combattimento tarati solo sulla battuta pronta» (che ha fatto pensare a un attacco al governo Renzi ), la Saliera prova così a suonare la sveglia al partito.

Presidente, non rischia di incorrere in qualche critica di metodo guidando l'opposizione interna da presidente del consiglio regionale, che è una carica di garanzia?

 «Le critiche ci sono state, e ci saranno. Io però col mio discorso mi sono rivolta a tutti i partiti, partendo ovviamente dal mio, e cercando di fare un ragionamento che credo sia utile. Il mio incarico istituzionale viene comunque prima di tutto. Ma le mie serate le trascorro a parlare con militanti eiscritti. Diciamo che sarà il mio hobby».

Lo ha già fatto qualche giorno fa, partecipando a una riunione al Passepartout che ha "Sarò attenta al mio ruolo di garanzia, ma il tempo libero lo passerò coi militanti" prodotto anche un documento per il congresso provinciale del Pd.

«Sì, invece che dividersi subito tra nomi e cognomi per la successione di Raffaele Donini, chiediamo al nostro parti to di aprire una discussione libera e trasversale su alcuni punti. Prima di tutto la valorizzazionedegli iscritti, perc hé possano contare e indicare la direzione della nostra azione. Il rapporto con i corpi sociali, che rappresentano i cittadini. L'autofinanziamento, perché se si tratta di farlo con tesseramento e feste è una cosa, ma se l'autofinanziamento è quello dei privati allora è un' altra cosa. Infine, le regole nel rapporto tra partito e amministratori, che vanno definite». Vuolecandidarsiasegretario provinciale o regionale? «No, nessuno dei due, lo escludo. Io sono di sponi bile adiscutere, parlare, riflettere, e poi fare sintesi. La mia è una risposta a quelli che pensano di risolvere i congressi con accordi tra piccoli gruppi di dirigen- ti».

Si riferisce agli accordi che secondo alcuni avrebbero ad esempio portato Donini in giunta, o a quello trarenziani e cuperliani per eleggere Critelli in via Rivani?

«Mi riferisco al fatto che il momento della discussione, anche dopo un crollo della partecipazione come quello delle regionali, venga sempre rimandato. Che ci si fermi all' acc ordo tra correnti su un nome, senza capire che cosa quel nome rappresenti, se non le sue pur legittime ambizioni».

Alle regionali, nonostante il crollo dell'affluenza, il Pd ha "Non mi candido alla guida del partito, madi sicuro non smetterò di criticare" vinto. Lei teme che rischi la sconfitta, alle comunali 2016, se dovesse mantenersi questo clima di disaffezione?

«Credo che convenga anche a Virginio Merola che si apra una riflessione che coinvolga anche chi dal Pd si è allontanato. E che verta su temi come la città metropolitana, che va discussa nelle sue funzioni nel partito. Usciamo però dalle interpretazioni ideologiche, di corrente, su ogni posizione, per cui o sei "pro" o sei "contro". Io ho votato Cuperlo, ma non sono contro Renzi. Smettiamo diavvolgercinel-le contrapposizioni e discutiamo liberamente di temi». Aproposito di temi, una delle prime azioni annunciate da Stefano Bonaccini in consiglio regionale sarà un ulteriore taglio a indennità e rimborsi degli eletti. Lei è d'accordo? «Sì, va bene tagliare. Ma sarebbe ancora meglio si creassero forme di controllo sulle filiere di spesa e su quantosi può effettivamente spendere per la politica. Non si fa politica gratis: ogni volantino, manifesto, o sito internet ha un costo. Decidiamo quanto debba costare la politica a da dove si possono prendere i fondi. Anche questo spetta a un partito».

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