Interventi

14 Aprile 2014

Il Carlino 14 aprile 2014

L'unione fa la forza Le "sante" alleanze comunali

 

di Marchetti Stefano


BOLOGNA — PIU' di 300 Comuni emiliano romagnoli (su 340) hanno deciso... di mettersi in comune. Sono infatti 43 le Unioni comunali già istituite, e in alcuni casi già attive da tempo, come esito di un percorso di riordino istituzionale voluto dalla Regione. Gli emiliano romagnoli sono 4 milioni e 400mila: circa un milione e mezzo risiedono in capoluoghi di grandi dimensioni, e due milioni e mezzo in località che hanno aderito a un'Unione.

Ci sono Unioni che superano anche i 100mila abitanti e perfino il Comune più piccolo della regione, Zerba (Piacenza), meno di 90 abitanti, ha deciso di... fare comunità. Poco più di 400mila (circa il 10% della popolazione) sono invece gli abitanti dei Comuni che hanno deciso di stare da soli.

NON bisogna confondere l'unione con la fusione. Quando più Comuni si fondono, come esito di 9 CHI L'HA FATTO E CHI NO Hanno aderito 300 comuni su 340. Castelfranco Emilia, Ozzano, Castenaso, Cervia, Riccione, Russi e Cattolica i centri rimasti indipendenti un referendum (come è avvenuto, ad esempio, per Valsamoggia, nel Bolognese, o Fiscaglia, nel Ferrarese), viene a crearsi un solo municipio, mentre invece nelle Unioni le varie realtà locali mantengono la loro identità, sindaci e giunte, ma decidono di condividere alcuni servizi in forma associata, soprattutto per risparmiare. Per esempio, si possono coordinare le Polizie municipali, per avere un'unica centrale operativa e un servizio più esteso sulle 24 ore, oppure si possono gestire alcune pmtiche in un solo ufficio rafforzato', mantenendo nei vari Comuni gli sportelli per il pubblico. «Questo significa un territorio più coeso, economie di scala, e più risorse per servizi alla persona o per lo sviluppo delle imprese e del lavoro», spiega Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione, che ha seguito da vicino l'iter della nascita delle Unioni.

«CI SIAMO mossi per tempo, in modo da arrivare preparati alla riforma istituzionale a cui, da anni, lo Stato sta lavorando con il superamento delle Province», aggiunge Saliera. Il percorso ha seguìto vari passaggi, con l'abolizione delle Comunità montane, e nel dicembre 2012 l'approvazione della legge 21 che ha stabilito pure un sostegno economico (lo scorso anno 9 milioni di euro) per i Comuni che decidono di associare le funzioni. Il 31 marzo si è concluso l'iter: fra i Comuni che sono rimasti indipendenti', troviamo Castelfranco Emilia, nel Modenese, Castenaso e Ozzano nel Bolognese, e in Romagna Cervia, Russi, Riccione e Cattolica.

 

 

 

 

 

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