10 Settembre 2013
I nostri sforzi per la ripresa
I nostri sforzi per la ripresa
10 settembre - Il Resto del Carlino Qn (nazionale)
Intervento di Simonetta Saliera
Senza intento polemico, a fronte di imprenditori che lavorano per la ripresa del Paese abbiamo altri che lo abbandonano per due soldi come l’Omsa ed altre aziende che, pur producendo profitto, dalla sera alla mattina chiudono e spostano i macchinari in altri Paesi dell’Ue. Il risultato è disoccupazione, impoverimento e decrescita del Pil regionale. Al di là delle diverse disgrazie degli ultimi tre anni (nevone e terremoto 2012, trombe d’aria, frane e aviaria) la Regione Emilia-Romagna è sempre stata pronta ad intervenire finanziariamente, organizzativamente e socialmente spesso in diretta comunicazione con la Ue. Si è utilizzata pienamente l’apertura di credito del Governo per velocizzare i pagamenti nella Sanità per oltre 433 milioni di euro (da restituire allo Stato al 3% in 30 anni) e a cui si sono aggiunti altri 250 milioni di fondi regionali: tutte queste risorse sono state già liquidate tra luglio e agosto. Grazie ad una propria legge nel triennio 2010-2013 la Regione ha sbloccato oltre 450 milioni di euro di potenzialità di spesa di Comuni e Province: si tratta di risorse che gli enti locali hanno usato per pagare i fornitori. Nell’assestamento di Bilancio 2013 si sono aggiunti complessivamente 120 milioni per il sistema produttivo, tra cui oltre 70 milioni per il sistema sanitario e le imprese collegate, 10 milioni per la ricerca e innovazione. 5 milioni per la formazione e la riqualificazione professionale, 5 milioni per i Consorzi fidi e oltre 2,5 milioni per credito attraverso fondo di rotazione e la restante parte in opere pubbliche, cura del territorio e agricoltura. Si sono fatte, ad esempio, due leggi regionali per Unioni e fusioni di Comuni: l’unica riforma istituzionale di base dello Stato italiano e che sta già operando e che nel tempo produrrà risparmi sui costi di gestione dei Comuni; l’altra legge riguarda la semplificazione in edilizia: tagli di costi e di tempi. Infine, faticosamente procediamo tutti insieme – Regione, Comuni, associazioni di imprese e organizzazioni sociali – all’attuazione di provvedimenti che semplifichino in modo radicale procedure farraginose. La nostra convinzione è che sia ancora poco, che si possa fare di più. Noi siamo disponibili, insieme alle parti sociali, a lavorare per fare scelte che sappiano incidere molto di più a favore della ripresa produttiva e dell’occupazione, non dimenticando mai chi subisce gli effetti della crisi.