10 Luglio 2013
Un senso al futuro
Un senso al futuro
9 luglio 2013 – Bologna, Piano Strategico Metropolitano
Intervento di Simonetta Saliera
Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna
Buonasera a tutti,
prima di addentrarmi nello specifico argomento che ci porterà alla firma del “Patto per il piano strategico metropolitano di Bologna”, mi permetto di porre una domanda al signor Ministro Graziano Delrio, la cui risposta può avere conseguenze istituzionali per l’Emilia-Romagna molto importanti.
Signor Ministro, il governo ha presentato un disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle Province, cosa che ci trova d’accordo, ma si ferma lì il progetto di riordino istituzionale? Come Lei sa in Emilia-Romagna abbiamo istituito, con l’accordo dei Comuni e delle loro organizzazioni tutte, 46 ambiti territoriali ottimali per l’esercizio associato delle funzioni comunali, coincidenti con i rispettivi Distretti sanitari, eliminando le Comunità montane, ed abbiamo accompagnato quei Comuni che hanno deciso di scegliere la via della fusione e il primo gennaio prossimo, alle porte di Bologna, nascerà il Comune di Valsamoggia, 30.000 abitanti, frutto della fusione di 5 Comuni. Anche in conseguenza di questa politica, ora è maturato il tema sostanziale del “chi fa cosa” e perciò diventa fondamentale per noi definire il livello più adeguato, più appropriato per una gestione, la più efficace possibile delle funzioni delegate. Secondo il principio della semplificazione vorremmo fare in modo che il cittadino e le imprese che hanno bisogno delle istituzioni abbiamo un unico ed esclusivo interlocutore. Ritengo basilare per un rapporto democratico, corretto con i propri cittadini, che la Regione debba avere questa decisiva facoltà di determinare insieme agli Enti Locali quanto appena detto, cioè “chi fa cosa e come”. La risposta a questa domanda, oggi o domani, è oltremodo influente anche sul patto che fra poco ci accingiamo a firmare. La grande maggioranza delle iniziative previste nel Piano strategico metropolitano hanno una dimensione regionale o addirittura nazionale, sia per la scala dell’investimento, sia per le ricadute dirette e indirette. Se poi ci soffermiamo solo un attimo su aeroporto, stazione, Fiera e Università siamo a livello internazionale. La nostra Regione è stata presente fin dall’inizio nella discussione del Psm e ne ha condiviso le scelte più rilevanti. Gli stessi finanziamenti e le risorse necessarie, dovranno essere reperiti da una programmazione pubblica e da apporti privati dal regionale all’internazionale. Per la dimensione e la natura di molti degli interventi previsti l’investimento pubblico dovrà avere la caratteristica di divenire catalizzatore di altri interventi privati e di investitori istituzionali.
La sfida per la nostra Regione è rilevante. Dopo molti anni, Bologna può finalmente offire una visione strategica dello sviluppo della città e divenire riferimento supporto significativo per le politiche regionali. In particolare molta parte di questo Piano Strategico Metropolitano potrà essere un punto d’apporto per la programmazione dei fondi della Comunità Europea 2014-2020. Sottolineo come sia oltremodo necessario fin da subito proporre una operatività su scala metropolitana, ben condivisa, delle strutture insediate a Bologna che già operano a livello regionale per massimizzare risultati e far convergere le politiche evitando sovrapposizioni. Dal lavoro svolto emergono con chiarezza alcune traiettorie prioritarie, che necessitano di grande attenzione, poiché hanno l’ambizione e la possibilità di costituire rilevanti innovazioni e opportunità su scala molto più ampia di quella metropolitana. In questo ambito va sottolineata la dimensione prioritaria che assume nel Psm sia il posizionamento internazionale della città metropolitana sia il ruolo centrale di sviluppo che assumono l’Università e la Fiera nella loro funzione di interlocutori globali. Obiettivo dichiarato del PSM è la collocazione e l’attrattività del sistema metropolitano come realizzatore di operazioni a scala regionale e nazionale se non europea. Per la RER vale la convinzione espressa dal Presidente Errani: se non parte Bologna metropolitana, con la sua funzione di attrattore e catalizzatore, rischia tutta l’Emilia-Romagna. Nella logica della creazione di nuove opportunità di lavoro, di innovazione, di sviluppo economico industriale, di formazione tecnico-professionale ed intellettuale, all’interno dei quattro filoni individuati nell’accordo, sottolineamo per noi l’importanza di alcuni specifici temi: la salute come uno dei più potenti driver e non solo di coesione, ma anche di innovazione e competitività. Dalla trasformazione del Sant’Orsola in ospedale organizzato per alta intensità assistenziale specialistica, alle case della salute e alla riorganizzazione dei sistemi di accesso. La realizzazione del distretto della sanità elettronica, la valorizzazione delle filiere produttive specializzate (biomedico e biomedicale, riabilitazione e protesica, servizi per la ricerca medica) e l’investimento su alcune filiere di eccellenza della ricerca (neuroscienze, sequenziamento massivo del genoma, biobanche, …). Il sistema salute costituisce l’elemento principale caratterizzante la collocazione di Bologna metropolitana nella strategia di posizionamento internazionale.
Il rinascimento della manifattura attraverso:
a) la realizzazione di una rete di servizi e incubatori che mettano a sistema le risorse e le competenze esistenti
b) l’iniziativa pilota sul rilancio della scuola tecnica in collaborazione anche con Università e imprese
c) lo sviluppo di laboratori congiunti Cnr-Università con le Imprese su Chimica e di Materiali e tecnologie dell’informazione, potenziando ed evolvendo l’esperienza dei laboratori regionali;
d) e un ipotesi di Fondo etico di investimento per il lavoro, con nuovi strumenti finanziari a ripartizione del rischio.
La Piattaforma digitale metropolitana allacciata alla rete regionale che ha già una copertura del 95% del territorio e consentirà una forte semplificazione delle procedure amministrative. Le Grandi infrastrutture come il completamento dell’aeroporto e della stazione, il loro collegamento con tutte le più importanti aree di ricerca, di servizi terziari ed espositivi della regione attraverso il sistema ferroviario metropolitano. Lo sviluppo dell’identità e delle conseguenti funzioni e infrastrutture del Tecnopolo, su cui la Regione Emilia-Romagna ha già impegnato circa 50 milioni di euro e il piano di sviluppo strategico di Bologna Fiera. Concludo sostenendo che è determinante fin da subito coordinare l’utilizzo delle risorse a disposizione per avviare non solo opere necessarie, ma anche e soprattutto induttrici di lavoro in tempi brevissimi per combattere la disoccupazione ed avviare l’argano dello sviluppo.
I sogni si possono realizzare se la capacità e la realtà ne sono all’altezza.