2 Giugno 2013
Due giugno, le radici della Repubblica e l'Europa unita
Due giugno, le radici della Repubblica e l’Europa Unita
2 giugno 2013 – Intervento su l’Unità
di Simonetta Saliera
Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna
Celebrare il 2 giugno, anniversario della nascita della Repubblica italiana è l’appuntamento giusto per ripercorrere le tappe salienti della nostra storia nazionale, dal Risorgimento alla Costituzione repubblicana.

Senza dubbio il Risorgimento è stato un fenomeno complesso, articolato, contradditorio, dagli esiti non sempre coerenti. Nato repubblicano si conclude monarchico. Concepito come confederale diventa uno Stato fortemente centralizzato, anche se il processo di piemontalizzazione amministrativa non gli è imputabile. Nascono da lì, probabilmente, i problemi dell’unificazione dell’Unità debole. I problemi in sostanza fra nord e sud. Tuttavia il Risorgimento è stato l’evento fondativo della nostra storia unitaria. E non possiamo dimenticare un altro movimento fondativo del nostro presente: il movimento della Resistenza che portò alla nascita della Repubblica, alla sua Costituzione, al suo Stato democratico. Per questo, quando si parla di Resistenza non si può mettere sullo stesso piano chi combattè per la libertà e chi per la tirannide. Dalla Resistenza nacque la nostra Costituzione che mette al centro la dignità della persona: la Repubblica, infatti, è fondata non su ciò che l’uomo ha (cioè i beni, la proprietà), ma su ciò che fa (cioè il lavoro). Per questo, per noi, il lavoro è sempre stato accompagnato dalle parole emancipazione, dignità, libertà. Principi ora in discussione, perch'è c'è chi vorrebbe riportare il lavoro a puro concetto di merce, da soggetto produttivo a mero fattore di produzione.

La rapida globalizzazione è sempre più extraterritoriale e produce differenze di ricchezze e di reddito sempre maggiori tra ricchi e poveri: i veri poteri forti di oggi sono essenzialmente senza frontiere, mentre i luoghi dell’azione politica rimangono locali e di conseguenza la loro azione non è in grado di raggiungere i quartieri in cui vengono definiti i presupposti delle iniziative finanziarie ed il movimento di capitali. È questo uno dei problemi più grandi che l’Europa deve affrontare unitariamente: ogni singolo Stato europeo, teutonica corrazzata compresa, se abbandonato a se stesso non sarà in grado di difendersi contro gli attacchi della speculazione finanziaria o delle conquiste di capitali. Invece, un’Europa federale, solidale e con una forte direzione politica ed economica, sociale e fiscale sarebbe in grado di garantire una graduale uscita dalla crisi e creare i presupposti per un solido sviluppo sostenibile.