26 Maggio 2010
Piccole e medie imprese. Presente e futuro
Piccole e medie imprese. Presente e futuro
Convegno organizzato da Unindustria
Lunedì 24 maggio 2010 – via San Domenico
Intervento di Simonetta Saliera
Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna
Quali rapporti ci sono tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto?
Mi riconosco nell’analisi fatta nella relazione iniziale. Condivido il fatto che Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia costituiscano un triangolo strutturale forte. E questo nonostante la grave crisi che sta colpendo il nostro Paese, una crisi che è resa ancora più grave dall’assenza di adeguate politiche da parte del governo che a interventi seri preferisce degli spot come quello relativo agli incentivi per le auto.
A differenza del governo, le tre Regioni citate hanno sviluppato una loro politica industriale. L’Emilia-Romagna, da parte sua, ha facilitato l’accesso al credito per le imprese attraverso il finanziamento dei Cofidi, con il patto contro la crisi ha evitato 65.000 licenziamenti sostenuto la riconversione professionale per i lavoratori e quella industriale per le imprese.
Sono state fatte politiche di sistema e abbiamo investito 347 milioni di euro fino al 2013 su cinque specifici obiettivi:
- ricerca industriale e trasferimento tecnologico (Tecnopoli);
- sistema innovativo per sostenere l
’evoluzione delle imprese;
- sviluppo sostenibile (energie rinnovabili, potenziamento della logistica su ferro, ecc…);
- qualificazione del patrimonio culturale e ambientale anche a fine di attrattività turistica;
- assistenza tecnica alle imprese;
Sono stati poi investiti 170 milioni di euro per la riorganizzazione delle imprese, per favorire la loro internazionalizzazione e favorire l’export.
Queste politiche rispondono ai quesiti posti. Penso sia molto importante realizzare una rete per la competitività con al centro la ricerca industriale per creare tecnopoli in modo da avere insieme ricerca e produzione.
Uno dei nostri obiettivi è la semplificazione delle procedure: con una maggiore connessione tra le istituzioni si potranno avere così minor costi facilitando la vita delle imprese.
Stiamo anche lavorando sul patto di stabilità regionale in modo da far sì che la Regione Emilia-Romagna assuma su di se alcuni dei vincoli in modo da alleggerire gli altri enti locali che, con la ripresa degli investimenti, potranno diventare un volano per la ripresa economica.
Con Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, poi, abbiamo fatto delle ricerche comuni, i cui primi report saranno disponibili a breve, per capire come agire quando, dal 2013, i fondi strutturali europei non saranno più erogati alle singole Regioni, ma a settori industriali e macroaree. Noi vogliamo essere fin da ora pronti puntando su logistica, sistema delle fiere e quei settori industriali innovativi capaci di creare nuova occupazione.
Come vede la situazione di Bologna rispetto all’asse Parma-Modena-Reggio?
Quanto viene detto è vero, però non ci si deve dimenticare che Bologna mantiene un’importante posizione qualitativa e quantitativa. Faccio alcuni esempio: abbiamo un manifatturiero ad alta tecnologia, uno sviluppo tecnologico avanzato, un sistema sanitario d’eccellenza, aeroporti e fiere. Aggiungo la necessità di sviluppare la potenzialità della logistica che può permettere di congiungere il “Sistema Bologna” dal porto di Ravenna a quello di La Spezia e, attraversola rete viaria e ferroviaria, congiungerci al Nord e all’Est dell’Europa.
L’Interporto di Bologna, poi, insieme a quello di Veron può avvicinare il corridoio adriatico-baltico. Questo potrà rafforzare tutto il nostro sistema nell’ottica dell’area euroadritica e ci vedrà in concorrenza con l’aggressività dei Paesi balcanici.
- Sulla logistica sono stati già fatti i primi passi:
- costituita una società di scopo con Fer per spostare dal trasporto su gomma a quello su ferro i container;
- accordo con Rfi per recuperare gli scali merci;
- legge per incentivare gli operatori logistici ad aumentare l’offerta dei treni merci. In quest’ottica sono stati stanziati 3 milioni di euro per tre anni (totale 9 milioni di euro): ogni euro investito prevede lo spostamento di 1 tonnellata da gomma a ferro;
Bologna, poi, ha la necessità di sviluppare fino in fondo la sua concezione di città metropolitana vasta perché è il centro geografico del sistema logistico e perché può fare sistema con le altre aree metropolitane su temi come gli aeroporti, il sistema delle fiere e dell’università.