5 Maggio 2013
Un poker di fusioni che genera risorse per il territorio
Nelle scorse settimane la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato quattro progetti di legge relativi ad altrettante richieste di fusioni arrivate alla Regione da parte di Consigli comunali che hanno deciso di attivare il processo di unificazione tra amministrazioni del ferrarese (Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia, 10.000 abitanti), del riminese (Torriana e Poggio Berni, 5.000 abitanti), del parmense (Sissa e Trecasali, 8.000 abitanti) e del reggiano (Toano e Villaminozzo, 8.500 abitanti). Le richieste di fusione sono arrivate all’attenzione della Regione dopo un percorso di confronto sul territorio e il voto favorevole dei rispettivi consigli comunali. Per ogni territorio ora seguirà, nel prossimo autunno, prima il referendum consultivo poi il voto definitivo da parte dell’Assemblea legislativa regionale che potrà dare il via libera alla nascita dei nuovi Comuni più grandi. Si tratta di una sfida avvincente e che rappresenta una possibilità per i nostri Enti locali di continuare a garantire, anzi a potenziare i servizi alla persona, il sostegno alle aziende e la cura del territorio. Bisogna far crescere il consenso popolare attorno a queste importati proposte. Per quanto riguarda gli altri processi di fusione avviati, lo scorso autunno è stata approvata definitivamente la fusione in provincia di Bologna tra Bazzano, Monteveglio, Savigno, Castello di Serravalle e Crespellano che il 1° gennaio 2014 daranno quindi vita al nuovo Comune di Valsamoggia, mentre il prossimo 9 giugno si terrà il referendum consultivo tra i cittadini di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli in provincia di Forlì-Cesena. Tutti i Comuni nati da fusione possono godere di finanziamenti straordinari statali e regionali per 15 anni (in base alla popolazione e all’estensione) e per due anni sono esentati dai vincoli del patto di stabilità.