9 Febbraio 2013
Strategie per il futuro
9 febbraio 2013 – Secondo appuntamento
Forum Strategico Metropolitano Bologna
Intervento di Simonetta Saliera
Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna
Buongiorno a tutti,
ritengo sia importante ricordare come questo “Secondo Forum” avvenga dopo un anno dal primo, che lanciò una discussione aperta a tutte le componenti attive e che in effetti, ha coinvolto tutta la città e la sua area metropolitana, le sue intelligenze, le sue istituzioni ricercando in profondità le radici sulle quali fondare la propria rinascita. Sono state mobilitate tante competenze, si è dato ascolto ad una platea di soggetti raramente coinvolti nei processi di programmazione territoriale, soprattutto alla scala metropolitana.
I tavoli di progettazione hanno consentito a tanti soggetti di dialogare tra loro, conoscersi, confrontarsi e tracciare i binari su cui far correre un convoglio ove tutti trovino il loro posto, la loro funzione, la tutela dei loro interessi in armonia con l’interesse collettivo. Tutto questo avviene anche dopo un anno turbolento sia sul piano istituzionale, sia sul piano dei mercato, soprattutto finanziari. Proprio quel settore di mercato che non sopporta regola alcuna, né subordinazione, se non quella dell’utile immediato in qualsiasi parte del mondo ed in qualsiasi momento se ne presenti l’occasione. La storica unità tra mercato industriale, mercato finanziario e mercato sociale (in questi ultimi anni) è stata travolta, creando nel mondo ed in Europa nuove sofferenze, nuove povertà, nuove iniquità più laceranti che nelle passate crisi, soprattutto nelle componenti più deboli. Sono diminuite le risorse delle loro città per i loro interventi sia programmatici che quotidiani. Si è messo in discussione la sopravvivenza di diritti e servizi essenziali nel lavoro, la previdenza ed i servizi sociali, è stato importante e sarà di grande aiuto per il prossimo futuro, aver dato seguito agli impegni ed ai ragionamenti di un anno fa, per arrivare fino a proposte che nella loro prospettiva danno merito al lavoro compiuto oltre che al valore in intrinseco delle idee prospettate. Oggi Bologna e la sua area metropolitana non si è solo posta in discussione, ma si è portata al centro di ragionamenti regionali, riacquistando concretamente e non con vacui lamenti, il ruolo di capoluogo motore di innovazione in una nuova progettualità che già la Regione ha iniziato, in parte, nel settore della riforma dello Stato partendo dagli Enti Locali (e qui mi riferisco al superamento delle Comunità montane, ai processi di Unioni di Comuni e di fusioni). Questo approccio dei problemi è importante anche per l’Europa delle città. Ed è urgente che si pratichi con obiettivi di sviluppo economico e civile che debbano tornare ad avere la priorità sui risultati finanziari di breve o brevissimo periodo.
In altri termini restituire allo Stato ed alla democrazia le leve del finanziamento per la ripresa economica specialmente nel perdurare di una fase di crisi. Così sarà possibile reinnescare una crescita sostenibile con più eguaglianza e un più alto grado di consenso sociale. Il dibattito di oggi, la discussione proposta dai gruppi di lavoro può esserne l’esempio. Senza la pretesa di immaginare una società perfetta, ma nella speranza di aver disegnato un cammino per progredire verso aree urbane più prospere, più eque, più rispettose dei diritti e della dignità della persona, più attrattive e più vivibili. Le città e le aree metropolitane sono al centro dell’Agenda Europea che guarda al 2020 per promuovere politiche di sviluppo sostenibile e di coesione sociale, tanto che la prossima programmazione dei Fondi comunitarie richiede che una quota (pari al 5% del Fondo Europeo di Sviluppo regionale sia dedicato a politiche del sistema urbano). La competitività dell’area metropolitana risiede nella possibilità di mantenere una forte componente manifatturiera capace di creare valore aggiunto e di integrarsi con una dimensione di servizi e di terziario innovativo che va consolidata, rafforzata e qualificata. L’area metropolitana di Bologna contiene quelle infrastrutture che sono essenziali per giocare un ruolo tra le città di rango europeo:
- dal sistema dei trasporti (ferrovia, autostrada, aeroporto, interporto) al sistema fieristico, al sistema della ricerca, dell’innovazione, del trasferimento tecnologico (in cui la Regione pone a disposizione le aree della ex Manifattura Tabacchi per oltre 50 milioni di euro con l’obiettivo di attivare un primo nucleo del polo tecnologico)
- l’università di Bologna, i centri di ricerca, il sistema sanitario hanno punte di eccellenza che sono attrattive ogni anno per migliaia di giovani e di portarvi nuove idee.
È’ uno stock di capitale umano preziosissimo, di cui tenere conto e su cui lavorare per il rilancio non solo dell’area metropolitana, ma anche della Regione nel suo insieme. Il piano strategico metropolitano deve, perciò, fare lo sforzo di identificare una chiara strategia, su poche priorità e aggregare le forze economiche e sociali per raggiungere chiari obiettivi che traguarderanno al 2021.
Seguendo questa direzione, il piano strategico potrà davvero essere lo strumento capace di conferire all’area metropolitana di Bologna quel ruolo essenziale i piattaforma di infrastrutture materiali ed immateriali capaci di generare effetti positivi a favore dell’intero sistema regionale. La Regione vi sarà sempre a fianco. Grazie per l’ascolto.