Interventi

15 Novembre 2012

150 della Corte dei Conti

150 anni delle Corte dei Conti

Celebrazione 150esimo anniversario Corte dei Conti  – 15 novembre 2012

Intervento di Simonetta Saliera

Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

 

Buongiorno a tutti,

ringrazio molto il Presidente della Sezione di Controllo, il Presidente della Sezione giurisdizionale e il Procuratore Generale per l’invito rivolto alla Regione Emilia-Romagna a essere qui presente a questo importante avvenimento. Vi porto il saluto del nostro Presidente Vasco Errani e di tutta l’amministrazione regionale.

L’iniziativa odierna si inserisce a pieno titolo negli importanti festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia che hanno caratterizzato l’anno passato e ai quali, in più forme e sedi, la Regione Emilia-Romagna ha partecipat conscia dell’importanza delle istituzioni, della coltivazione del culto della memoria, di valorizzare la nascita del nostro Paese, unito, libero, democratico e responsabile. È noto che l’articolo 100 della Costituzione assegna alla Corte dei Conti il compito di esercitare il controllo sulla gestione finanziaria degli enti pubblici, riferendo direttamente alle Camere sul risultato del riscontro eseguito. Proprio il compito di “riferire” alle Assemblee legislative esprime al massimo grado la funzione ausiliaria del controllo sulla gestione, nella visione unitaria – rispetto ai diversi livelli di governo – che ne fornisce la Carta costituzionale. L’esplicita previsione in Costituzione del controllo esterno e dell’organo che ne è titolare, infatti, costituisce, in primo luogo, un elemento fondante del circuito democratico, poiché rimette alla Corte dei conti il compito di ausiliare gli organi elettivi (e, con essi, le comunità rappresentate) nelle valutazioni di sana e regolare gestione delle risorse pubbliche; in secondo luogo, è garanzia della imprescindibilità  di tale funzione, a cui i soggetti costituzionalmente ausiliati non possono rinunciare; in terzo luogo, è fonte di stabilità, a tutti i livelli di governo, del “rapporto di controllo” che si instaura fra le articolazioni – centrali e regionali – della Corte e i rappresentanti del corpo elettorale. Sempre più spesso, poi, l’ordinamento giuridico richiede alla Corte – oltre che elaborare relazioni periodiche sui documenti riassuntivi delle gestioni – di segnalare ai governi e alle amministrazioni le correzioni gestionali opportune o necessarie a ripristinare condizioni di equilibrio finanziario o a rimuovere andamenti devianti. In particolare, per quanto riguarda le Autonomie territoriali, la legge n. 131 del 2003 – che ha fissato le norme attuative della riforma del Titolo V della Costituzione – ha attribuito alla Corte dei conti il compito di controllare il rispetto degli equilibri di bilancio da parte di Regioni ed Enti locali in relazione al patto di stabilità interno ed ai vincoli derivanti dall'appartenenza all'Unione europea, nonché di vigilare sulla sana gestione finanziaria degli stessi Enti locali e sul funzionamento dei controlli interni, riferendo sugli esiti delle verifiche svolte ai Consigli degli enti controllati.
Si è così assistito allo sviluppo di un secondo ambito dei controlli esterni, estesi – appunto – agli organi di governo e ai responsabili delle amministrazioni, tra i quali ha trovato collocazione anche la funzione consultiva assegnata alle Sezioni regionali della Corte. Grazie a tale articolato contesto normativo, la Corte è quindi in grado di fornire alle Assemblee legislative e alle Giunte regionali un quadro di informazioni, conoscenze ed elaborazioni che si rivelano utili per un’ampia gamma di finalità: alle Assemblee legislative, per l’esercizio del controllo politico sul Governo regionale e per orientare diversamente, con lo strumento della legge, l’azione amministrativa; alla Giunta, per le iniziative – politiche, legislative, amministrative – necessarie a correggere gli indirizzi utili a migliorare l'azione amministrativa. Oggi, nel contesto di assoluta eccezionalità che contraddistingue l’attuale situazione di crisi economica, la funzione di ausilio e controllo della Corte dei conti appare poi assolutamente indispensabile per favorire e stimolare i processi di riforma degli apparati politici e amministrativi imposti dalle imprescindibili necessità del risanamento economico. Proprio in questa ottica devono essere valutate le nuove tipologie di controllo sui bilanci regionali e sulle spesse dei gruppi assembleari, introdotte proprio in questi giorni. Si tratta di verifiche indispensabili, che le stesse Regioni hanno sollecitato, per stimolare i processi di contenimento delle spese connesse ai cosiddetti “costi della politica” (processi che per la verità molte Regioni avevano già intrapreso in via autonoma) e per assicurare la piena trasparenza dei dati relativi alle spese di funzionamento delle Istituzioni. Per l’effettiva realizzazione di tali obiettivi, e quindi per il perseguimento del fondamentale interesse della collettività al risanamento dei bilanci pubblici, sarà quindi indispensabile che tra la Regione e la Corte dei Conti si rafforzi quel rapporto di dialogo e collaborazione costanti già da tempo avviato, che in Emilia-Romagna ha trovato espressione, ad esempio, nella “Convenzione sulle attività di collaborazione in merito all’esercizio della funzione di controllo collaborativo” sottoscritta il 15 ottobre 2010 dalla Regione, dal Consiglio delle Autonomie locali e dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti. In base a tale convenzione, già oggi la Regione Emilia-Romagna mette a disposizione della Sezione regionale tutti i dati informatici del proprio sistema sulla finanza locale (ed in particolare quelli dell’ “Osservatorio sulla finanza territoriale” e del relativo sito web “La finanza del territorio”), in conformità alle esigenze rappresentate dalla stessa Sezione. Al Consiglio delle Autonomie locali è poi attribuita la facoltà di richiedere alla Sezione regionale pareri su temi generali di contabilità pubblica di interesse degli Enti locali.
L’attività consultiva svolta dalla Corte dei conti, in particolare, in questi ultimi anni si è rivelata utilissima. L’eccezionale situazione finanziaria che l’intera Europa sta attraversando, come tutti sanno, ha infatti imposto l’approvazione in tempi molto ristretti di una lunga serie di provvedimenti normativi d’urgenza, che spesso hanno presentato formulazioni contraddittorie e di incerto significato. I chiarimenti interpretativi forniti dalla Corte sono stati quindi talvolta l’unico strumento di ausilio alle Amministrazioni regionali e locali per la corretta applicazione della convulsa normativa statale. Per il raggiungimento concreto degli obiettivi di risanamento dell’apparato amministrativo italiano, l’azione coordinata di tutte le amministrazioni, centrali e locali, appare in realtà il mezzo più efficace e, al tempo stesso, più conforme ai principi fissati dalla Costituzione. Non si deve infatti dimenticare che il sistema degli enti territoriali è retto dai principi costituzionali di sussidiarietà, autonomia e leale collaborazione. Il ruolo fondamentale dello Stato nell’attività di recupero degli equilibri finanziari non può pertanto ignorare che l’autonomia degli Enti territoriali rappresenta, per il Costituente, uno strumento di razionalizzazione della spesa, in quanto indica che le decisioni di allocazione delle risorse pubbliche siano adottate dall’Amministrazione più prossima al livello degli interessi pubblici che quelle stesse decisioni intendono realizzare. Soltanto la piena collaborazione di tutti gli “attori” pubblici coinvolti nei processi di spesa, in qualità di finanziatori degli interventi o in qualità di soggetti deputati al controllo sulla corretta gestione delle risorse finanziare, potrà quindi realizzare le forti aspettative di risanamento e riforma delle pubbliche amministrazioni diffuse nell’opinione pubblica, che per troppi anni sono state disattese.

Grazie

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