Interventi

29 Giugno 2012

Il valore dell'Europa

Il valore dell’Europa

 

Convegno su Cooperazione transnazionale – 29 maggio 2012

Intervento di Simonetta Saliera

Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

 

Buongiorni a tutti,

vi porto il saluto del Presidente Errani e vi auguro buon lavoro a tutti. I Programmi di Cooperazione Territoriale Europea (CTE) 2007/2013 hanno rappresentato per la Regione Emilia-Romagna una concreta possibilità di sviluppo per il territorio regionale ed un sostegno sempre più indispensabile al processo di integrazione europea

Le 148 iniziative progettuali presenti sul territorio regionale che vedono la partecipazione di soggetti istituzionali e non, collocano l’Emilia-Romagna fra le Regioni europee più attive a livello comunitario nell’Obbiettivo Cooperazione Territoriale Europea in diverse aree di intervento ed in diversi spazi di cooperazione. Nel periodo 2007-2011 le risorse comunitarie ricadute sul territorio regionale a seguito della partecipazione di successo ai bandi CTE hanno superato i 35 milioni di Euro (cifra che sale ad oltre 40 milioni se si considerano anche le quote di contributo proveniente dal fondo di rotazione nazionale). La Regione Emilia-Romagna, oltre ad assicurare la presenza istituzionale negli organismi di governo dei programmi a livello nazionale e sovranazionale, ha promosso fortemente la partecipazione del sistema regionale (Regione e territorio) ai diversi bandi CTE adoperandosi al massimo, con le proprie strutture competenti, al fine di sviluppare progetti qualitativamente elevati e coerenti con gli obiettivi strategici di sviluppo regionale delineati nel Documento Unitario di Programmazione regionale (DUP). Il Programma SEE comprende un’area di cooperazione transnazionale di estremo interesse per la Regione Emilia-Romagna, che pur essendo tra le più complesse e variegate (16 paesi di cui 8 Stati membri, 3 paesi candidati, 3 potenziali candidati e 2 Stati terzi) di tutta la Cooperazione Territoriale Europea, rappresenta per il territorio regionale una sfida ed una grande opportunità di sviluppo.
In quest’area insistono grandi interessi strategici sia a livello politico che economico per le Regioni adriatiche italiane e per la Regione Emilia-Romagna in particolare.  L’Emilia-Romagna ha una lunga tradizione di collaborazione in quest’area. Si vogliono ricordare a questo proposito:

-           le azioni di aiuto alla pacificazione,  all’integrazione economica e sociale ed allo sviluppo regionale poste in essere in tutta l’area dei balcani occidentali dopo la guerra nell’ex Yugoslavia;

-          la partecipazione attiva nei programmi di supporto al processo di adesione all’unione europea di Ungheria, Bulgaria e Romania attraverso il coinvolgimento di diverse strutture dell’Amministrazione Regionale in progetti di gemellaggio Istituzionale e  capacity building;

-          le azioni di internazionalizzazione delle nostre imprese nell’area ed in modo preminente in Serbia, Bulgaria e Romania

 

Nell’attuale programma SEE 2007-2013 sono state attivate relazioni con 140 partner rappresentanti 14 Stati diversi e la collaborazione del nostro territorio è stata rivolta in particolare alle istituzioni di Romania, Grecia, Ungheria, Bulgaria e Serbia con cui sono stati attivati ben 92 parternariati (il 66% dell’intero parternariato attivato). Questo grande interesse strategico che la Regione Emilia-Romagna ha nei confronti di quest’area e la consuetudine alla collaborazione ed alla proposizione di progetti con le istituzioni della maggior parte dell’Europa orientale deriva dall’esperienza positiva della partecipazione al Programma di Iniziativa Comunitaria INTERREG IIIB CADSES 2000-2006 ed ha fatto sì che l’Emilia-Romagna si candidasse, in seno alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, ad avere il Coordinamento nazionale del Programma SEE. È per questa ragione, quindi, che la l’Emilia-Romagna ha assunto il ruolo di Presidente del Comitato nazionale del Programma SEE, partecipa in qualità di rappresentante delle Regioni Italiane alle attività del Comitato transazionale di Sorveglianza del Programma e funge da Punto Nazionale di Contatto del Programma (ed in questo collabora strettamente con l’Autorità di Gestione del Programma). Attualmente è partita la fase di revisione degli spazi geografici su cui si articolerà l’obbiettivo CTE per il periodo di programmazione 2014 – 2020 tra la Commissione Europea e gli Stati membri. Pur apparendo chiaro che la tendenza generale della Commissione è quella di mantenere inalterata la geografia complessiva della Cooperazione Territoriale, non ci si può nascondere che per quel che riguarda lo spazio SEE e gli spazi transnazionali e transfrontalieri ad esso collegati  le cose non potranno rimanere inalterate.
L’attuazione della Strategia Danubiana e la definizione della Strategia Adriatico, le gravi problematicità emerse nella gestione dei programmi Transfrontalieri insistenti sul Bacino Adriatico e sull’area dei Balcani Occidentali  nonché l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea a partire dal Luglio del 2013 impongono una necessaria e sostanziale revisione delle aree di Cooperazione Transnazionali e Transfrontaliere dell’Europa sud Orientale. La Regione Emilia-Romagna è al centro, assieme alle altre Regioni dell’Italia Nord Orientale, di questo processo di revisione. Pur condividendo che vi sia la necessità di una modificare l’attuale asseto della Cooperazione Territoriale in quest’area, si ritiene che sarebbe estremamente semplicistico e riduttivo farla passare attraverso la mera divisione geografica degli attuali spazi. Questa poco lungimirante esperienza è già stata vissuta all’inizio della presente programmazione con la divisione dello spazio CADSES (che abbracciava tutto il confine orientale dell’Unione Europea) negli attuali Europa Centrale (CEU) ed Europa Sud Orientale (SEE) effettuata senza tenere in minimo conto le problematiche e le opportunità che sono ora alla base di nuove ’esigenze di cambiamento. La modifica degli attuali spazi dovrebbe passare attraverso una analisi di visione più ampia della correlazione dei diversi spazi di cooperazione territoriale che non li consideri, come è avvenuto nel passato, singolarmente come universi autonomi.
A questo proposito si ricorda come  nella presente programmazione tutte le altre Regioni adriatiche Italiane sono state escluse dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera di bacino ENPI mediterraneo con la giustificazione che erano già coinvolte in IPA adriatico. La differenziazione tra gli obbiettivi tematici dei programmi, che superi le inevitabili sovrapposizioni geografiche, ed una migliore organizzazione e coordinamento dei singoli programmi e tra i diversi programmi è auspicabile che sarà alla base della futura organizzazione dei programmi dell’Obiettivo Cooperazione Territoriale. Per il sistema territoriale Emiliano-Romagnolo perdere o diminuire la possibilità di collaborazione con diversi paesi dell’Europa Sud Orientale significherebbe perdere una parte importante delle nostre strategie di sviluppo internazionale. Per concludere si intende sottolineare il ruolo importante che l’Emilia-Romagna, come sistema territoriale, ha assunto nella Cooperazione Territoriale Europea in questo periodo di programmazione e come la Cooperazione Territoriale sia vista come componente strategica dello sviluppo regionale. Noi siamo impegnati a mantenere e ad ampliare questo ruolo impegnandoci con le nostre strutture e con l’esperienza maturata nelle passate programmazioni. Questo impegno, che, all’interno del dialogo interistituzionale sia interno alla regione che a livello nazionale e sovranazionale, potrà assumere connotazioni diverse, ma rimarrà sempre forte, costante e propositivo. Relativamente alle tematiche proprie della strategia Danubiana si vuole qui sottolineare che per molti aspetti coincidono con le nostre priorità di sviluppo Regionale così come indicato dal DUP ed anzi diversi progetti con capo filato Emiliano Romagnolo sono stati indicati come strategici per l’attuazione della strategia Danubiana (vedi ad esempio il progetto strategico sul Cambiamento demografico approvato nel febbraio scorso). Nella prospettiva di una sostanziale e più razionale definizione degli spazi di cooperazione territoriale diventa assolutamente strategico inserire le Regioni Adriatiche Italiane nel nuovo Programma ENI mediterraneo. Questo mantenendo fermo il principio di una migliore e più sinergica definizione degli spazi di Cooperazione Territoriale permetterebbe un migliore e più sinergico rapporto tra le diverse componenti territoriali dell’Europa Meridionale e mediterranea in particolare.

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